Disabilità, il punto su come ne scrivono i giornali

Il direttore della Formazione Ierfop Onlus Bachisio Zolo

Dando una scorsa ai giornali italiani quando parlano di disabilità, ci si accorge spesso di come vi sia una scarsa conoscenza della cultura della disabilità. In particolare dei termini correlati alla sordità. All’Ordine dei Giornalisti sono arrivate nei scorsi giorni le lamentele delle associazioni di categoria Movimento Lis subito ed Emergenza Sordi. Le due associazioni hanno rilevato molte lacune in questo senso negli organi di stampa italiani.

Non parliamo dell’errore più diffuso quando si parla di un malato di tumore definito “affetto da malattia incurabile” stravolgendo e distruggendo tutti gli sforzi e i risultati del mondo sanitario oncologico.
Le lamentele in questi ultimi casi riguardano soprattutto vari articoli giornalistici e servizi tv dove sono stati impiegati termini obsoleti impiegati per riferirsi alla comunità sorda. E via a scrivere e parlare di “sordomuto” così come anche la locuzione “linguaggio dei segni”, “linguaggio mimico-gestuale”, l’espressione “non udente”, ecc…
«Si tratta di termini ed espressioni che non rappresentano il vero lessico italiano» denuncia il direttore della Formazione di Ierfop Onlus Bachisio Zolo, «ma è solo la dimostrazione di una carente informazione sul mondo della disabilità, senza esprimere un segno di rispetto e comprensione».
Quali allora i termini giusti da impiegare?
«Per esempio una corretta terminologia è dire “sordo”» continua il direttore Zolo, «e questo perché grazie alla Legge 95/2006 art.1, la persona è definita sorda a tutti i sensi di legge e decade quindi il termine “sordomuto” inappropriato, dal momento che il sordo può imparare a parlare essendo l’apparato fonatorio integro».
Proprio i sordi preferiscono questo termine invece di “non udente” giacché si tratterebbe della negazione di un qualcosa che non esiste.

Sono errati poi i termini Linguaggio dei Segni Italiano, Linguaggio Italiano dei Segni, Linguaggio mimico-gestuale.
La Lingua dei Segni Italiana (Lis, senza i puntini tra una lettera e l’altra) è una lingua che ha una propria struttura, le proprie regole grammaticali, sintattiche, morfologiche e lessicali come una qualsiasi lingua parlata.
Ogni Paese ha poi la propria Lingua dei Segni. Non esiste la lingua dei segni universale perché sarebbe come dire che tutto il mondo parla l’esperanto.
«Non è neanche corretto dire o scrivere Linguaggio mimico-gestuale» insiste Zolo, «perché i sordi usano i segni che non vanno confusi con la comune gestualità utilizzata dagli udenti per enfatizzare un discorso e non hanno un significato verbale mentre i segni hanno un significato proprio e sono formati rispettando regole sintattiche ben precise».

La lingua dei segni italiana è stata riconosciuta ufficialmente con la approvazione dell’art. 34 ter Decreto legge 22.03.2021, n. 41 e permette la comprensione e la produzione di concetti astratti come oggetti ed immagini alla pari della lingua vocale e pertanto è una lingua utilizzata dai sordi e udenti bilingui. Questa lingua garantisce pari dignità ai sordi in quanto cittadini dello stato Italiano.
Che dire, quindi? « Bisogna prestare una maggiore attenzione da parte di tutti gli operatori della comunicazione, giornalisti in primis» conclude Bachisio Zolo, «e questo affinché venga adottata la terminologia corretta nel rispetto e la dignità della comunità sorda».

Bachisio Zolo

1 commento

  • Serena says:

    Salve, proprio a questo proposito ho il piacere di segnalavi l’iniziativa: “Comunicare la sordità, comunicare con i sordi. A piccoli passi verso un’informazione davvero accessibile”, il corso promosso dall’Associazione della Stampa Sarda e dall’Associazione AscoltaMe in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti della Sardegna.
    Obiettivo: fornire ai professionisti dell’informazione (gli oltre 105.000 giornalisti professionisti e pubblicisti oggi presenti in Italia) competenze adeguate e aggiornate sul tema della sordità, aiutarli a rimuovere gli ostacoli che precludono l’accesso delle persone sorde al mondo dell’informazione, sia in qualità di soggetti che destinatari della stessa, migliorare la qualità generale dei contenuti giornalistici in termini sia di correttezza formale (terminologie, lessico) che di accessibilità per l’utenza sorda (come la sottotitolazione e l’interpretariato LIS).

    Qui la notizia integrale:
    https://www.odgs.it/2022/05/20/comunicare-la-sordita-comunicare-con-le-persone-sorde/

    Un cordiale saluto,
    Serena Orizi per AscoltaMe – +39 3204205558

Lascia un commento