Muschio Selvaggio: lo scivolone di Fedez& Co. sulla disabilità

I protagonisti del pod cast

Ospite della puntata il Tiktoker Emanuel Stoica, affetto da Sma (atrofia muscolare spinale) che sui social racconta la sua disabilità con humor e ironia.

Si parte con una battuta rompighiaccio riferita alla città in cui Emanuel vive, “Torinese falso e cortese”, che già preannuncia i toni su cui si muoverà poi la trasmissione. Toni che vorrebbero sfatare miti e luoghi comuni sulla disabilità facendo leva su ironia e umorismo (talvolta nero), ma che ottengono l’effetto contrario.

Il primo, goffo tentativo di Fedez di uscire dagli schemi abilisti si scontra infatti con il punto di vista di Emmanuel a soli cinque minuti dall’inizio di questo disastro. Alla domanda del presentatore sulla suddivisione delle persone con disabilità tra “coloro che si ritengono fortunati” e tutti gli altri, gli “incazzati col mondo”, il Tiktoker risponde così: «sono disabile, lo accetto, so che ci sono degli ostacoli, ma ci sono anche dei vantaggi» e prosegue dicendo di ritenersi più fortunato della media dei suoi coetanei, perché riceve dei sussidi che non fanno reddito. «L’80 per cento degli italiani all’anno prende meno di me».

Fedez

Non menziona però il fatto che la maggior parte dei disabili che riceve questi sussidi non è autosufficiente e necessiterebbe di assistenza 24 ore. Il condizionale è d’obbligo, perché le spese per garantire assistenza, ausili, pagare farmaci, visite e ricoveri spesso è di gran lunga superiore alla copertura fornita da pensione e altre forme di indennità e le famiglie si trovano impossibilitate a sostenerle.

La chiacchierata tocca poi altri temi come le difficoltà a prendere parte ai concerti e a viaggiare in aereo e treno, per poi tornare sull’argomento pensioni, sempre in un’ottica distorta e fuorviante: «La persona con disabilità ha il dovere di lavorare, di pagare le tasse» dice Emanuel Stoica, «Però, quando prendi più di mille euro al mese, chi ha voglia di trovarsi un posto di lavoro?».

Insomma, al Tiktoker la pensione proprio non va giù. Proseguendo nell’ascolto, si scopre poi che l’intento è in realtà quello di far comprendere come l’assistenzialismo sia in realtà una sorta di gabbia dorata, “se inizi ad avere un reddito rischi di vederti togliere l’assistenza, anche se quello che guadagni non la copre”, ma il messaggio che passa è ambiguo. Generalizzare in questo modo, inoltre, è uno schiaffo morale a tutte quelle persone con disabilità che il lavoro se lo sono cercato e trovato con molti sacrifici e soprattutto verso chi si scontra con la diffidenza e i pregiudizi che ancora permeano il mercato del lavoro.

Lo scivolone

Ciò che ha indignato maggiormente i navigatori del web è il discorso sulla sessualità. Parte con alcune considerazioni più o meno serie sui sex workers e sull’assistenza alla sessualità, tema molto attuale e discusso e sfocia in una frase decisamente infelice pronunciata (e questo fa davvero storcere il naso) da Emmanuel. «Si parlava di donne con disabilità che vogliono essere scopate» dice Fedez. E la risposta di Emmanuel, «almeno non dice “stai ferma”». Nonostante fosse una battuta a cui seguono risate scroscianti da parte dei conduttori, le implicazioni di una frase del genere sono tutt’altro che divertenti.

Lo stesso Luis Sal se ne rende conto poco dopo, chiedendosi se sia il caso di tagliare lo scambio. Fedez lo rassicura dicendo che il limite è Emmanuel, quindi se lui non gli contesta il modo di affrontare l’argomento è tutto a posto. Inoltre, prosegue, «di sicuro c’è qualcuno che non la vive con leggerezza e immagino quante robe si possono estrapolare da questa puntata». Quindi, secondo i presentatori, a criticare i contenuti della puntata saranno solo quelle persone che non affrontano la disabilità con il sorriso sulle labbra.

Non la pensano così le molte donne con disabilità che hanno chiesto ai conduttori di fare ammenda pubblicamente. In occasione della giornata mondiale della violenza contro le donne, è stata inviata una lettera aperta allo staff di Muschio Selvaggio, nella quale le donne esprimono il loro dissenso con queste parole:

“Noi ribattiamo che il “limite” non è una singola persona disabile e non è che se quella ti autorizza, allora puoi denigrare una categoria di persone.

Ma soprattutto le donne disabili NON vogliono “farsi scopare”, al massimo scopano. Alimentare lo stereotipo che la sessualità delle donne disabili sia “cosa d’altro mondo” è gravissimo. Una battuta del genere funziona solo se si sposa lo stereotipo secondo cui le donne disabili non avrebbero una vita sessuale attiva e corrisposta. Infine, scherzare sul sesso non consensuale, in una società in cui le persone disabili sono per statistica maggiormente vittime di abusi sessuali, rientra in quella “cultura dello stupro” che moltissime realtà lavorano con fatica per contrastare”.

Non esattamente, quindi,  un argomento da affrontare “con leggerezza”.

Roberta Gatto

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