Progetto Mensas: a Uras parte l’agricoltura inclusiva

Riprendere il contatto con l’ambiente imparando a lavorare la terra, a gestire una serra e a custodire le arnie: un lavoro certamente impegnativo, ma di una bellezza straordinaria. Si tratta di una vera e propria terapia e un importante ritorno ad attività che da secoli sono fonte di orgoglio per la nostra isola. È ciò che offre Mensas – Mens sana in agricoltura sociale, la bella iniziativa promossa dalla cooperativa sociale “Bruna” di Uras in collaborazione con il Centro di salute mentale di Ales- Terralba. Il progetto, avviato a dicembre 2022 fa parte del bando Includis 2021 del Plus Ales-Terralba (con a capo il Comune di Mogoro).

Il progetto e durata

In pratica, si tratta di un programma della Regione Sardegna finanziato dal Fondo sociale europeo per l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con disabilità e durerà fino a luglio 2023.

Otto mesi in cui il gruppo di giovani partecipanti prenderà parte a una serie di attività volte a favorire «lo sviluppo della manualità e il contatto con la terra secondo i ritmi della natura» come spiega la presidente della cooperativa Francesca Casciu. «Soprattutto in Sardegna, l’approccio all’agricoltura è una delle politiche attive più importanti». Proprio qui sta la forza del progetto che «non ha solo valore terapeutico, ma anche economico, aiutando a creare una rete di relazioni tra le aziende e il territorio nel quale operano».

Le aziende

Sini, Ales, Arborea e Terralba ospitano le sedi delle cinque aziende che accoglieranno i tirocinanti per tutta la durata del percorso. Al loro fianco, i tutor della cooperativa “Bruna” che opera dal 1999. «Siamo nati dall’ associazione di volontariato “Il Sole – Uras”, che dal 1991 continua a operare in favore di persone con disabilità mentali e disagio psichico» racconta la presidente. «Dopo otto anni abbiamo deciso di costituire una cooperativa di tipo B per poterci occupare anche di inserimenti lavorativi delle persone con disabilità mentale, con particolare attenzione verso il settore agricolo».

Un’esperienza importante per i giovani tirocinanti «che lavorano con entusiasmo e hanno modo di conoscere nuove realtà, contando sul valore terapeutico del contatto con la terra» conclude Casciu.

Roberta Gatto

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