Un microchip nel cervello rivoluzionerà la nostra vita

Elon Musk

Il dispositivo promette di far recuperare le funzionalità neurologiche a persone con disabilità. Sembra fantascienza, eppure a breve un cervello umano potrebbe interfacciarsi con dispositivi elettronici complessi grazie all’impianto di un microchip.

La situazione

La società di Musk ha infatti richiesto l’autorizzazione per la sperimentazione del dispositivo sull’uomo alla Food and Drugs Administration e il via si potrebbe avere già nei prossimi sei mesi.

La prima sperimentazione fatta su una scimmia ha dato ottimi risultati e l’animale è riuscito a giocare a un videogame e a digitare una frase semplicemente utilizzando il pensiero.

Altri esperimenti hanno mostrato un maiale impegnato a correre su un tapis roulant e delle scimmie impegnate a ricaricare i dispositivi sedendosi sotto un caricatore wireless.

L’interfaccia neurale sviluppata dalla Neuralink è piccola e dotata di fili flessibili in grado di inserirsi nel cervello per leggerne le informazioni e stimolarlo. L’impianto promette di essere veloce: bastano 15 minuti perché 64 fili vengano impiantati utilizzando un sistema robotico.

Gli impieghi del microchip

L’obiettivo della società sviluppatrice è quello di permettere il recupero delle funzionalità motorie in persone affette da paralisi e di contrastare malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer. Ma non solo: come ha spiegato Musk durante l’evento “Show and Tell”, il dispositivo apre nuovi scenari nel campo del recupero della capacità visiva. Insieme al ripristino delle funzioni motorie, infatti, uno dei primi impieghi del dispositivo sarà proprio ridare la vista ai ciechi.

«Probabilmente riusciremo a far funzionare la vista anche in chi è cieco dalla nascita» ha detto Musk.

Per il momento sembra che Neuralink sia riuscita a stimolare un lampo di luce nel cervello di una scimmia.

Il dispositivo dovrebbe essere facilmente aggiornato di volta in volta. Come ha dichiarato il miliardario sudafricano, «sono abbastanza sicuro che non vorreste un iPhone 1 nella testa se fosse disponibile un iPhone 14».

Insomma, presto il confine tra uomo e macchina potrebbe non essere più così distante.

Roberta Gatto

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