A Ierfop si celebra la Giornata nazionale dedicata al Braille

Il presidente Ierfop Roberto Pili

Quasi 200 anni dalla sua ideazione e oggi è ancora qui a proporsi in tutta la sua utilità. Nella Giornata nazionale dedicata alla scrittura Braille che si celebra oggi, sono tante le considerazioni che saltano alla mente. «Grazie al Braille» sottolinea il presidente Ierfop Roberto Pili, «i ciechi possono leggere e scrivere testi, spartiti musicali, formule chimiche e tutto questo mentre la tecnologia informatica ci sta sempre regalando nuove applicazioni e possibilità di utilizzo e sviluppo».

Per Ierfop Onlus la Giornata nazionale dedicata all’alfabeto Braille, non è una giornata qualsiasi. «Perché ne abbiamo fatto la nostra “missione” di vita» continua il presidente Pili. «e infatti nel nostro Istituto si studia e si insegna a utilizzarlo alle migliaia di persone che sono nate cieche o che si sono trovati nel corso della vita a dover imparare questa tecnica di lettura e scrittura perché hanno perso la vista».

Il direttore della Formazione Ierfop Bachisio Zolo

In oltre trent’anni di attività, Ierfop ha preparato tanti utilizzatori del Braille. Così come anche docenti all’uso del Braille.

«L’alfabeto Braille si chiama così in onore del suo inventore» spiega il direttore della Formazione Ierfop Bachisio Zolo cieco dalla nascita e fruitore per necessità del sistema Braille che gli ha permesso il conseguimento della laurea in Lettere e poi la cattedra in un Istituto superiore cagliaritano, «e in 200 anni che ancora oggi si usa, il codice Braille è stato adattato per funzionare su 800 lingue potendo trascrivere persino gli ideogrammi cinesi». Ma non solo: «una versione digitale, più facile da leggere, è adoperata da apposite tastiere che sono oggi in grado di far apparire i caratteri tattili. Collegando questi a computer, tablet o smartphone riescono a trasformare in braille, una riga per volta, il contenuto di un e book o un sito web». Affiancato alle nuove tecnologie, il Braille è diventato così ancora più inclusivo. «Perché è successivamente con l’informatica che è stata realizzata una vera e propria rivoluzione copernicana per i non vedenti» sottolinea ancora il direttore Zolo, «che li ha portati a poter accedere ai libri in modo più facile e inclusivo di quanto non avvenisse prima».

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