Sei down? Allora niente lavoro

Presentata da CoorDown un’indagine sui percorsi di accertamento della disabilità di persone con sindrome di Down e il relativo accesso al mondo del lavoro. L’indagine mostra come il 50 per cento dei maggiorenni sia escluso dal mondo del lavoro.

Nello specifico l’iniziativa di CoorDown riguarda il sistema di collocamento mirato (legge 68/1999) per cui occorre possedere il verbale in cui si certifichi una percentuale di invalidità uguale o superiore al 46 per cento. Questo verbale è posseduto solo dal 48.2 per cento dei maggiorenni.

Il report

L’associazione ha svolto l’indagine basandosi su 417 interviste effettuate in tutta Italia.

Tra gli interessati, tutti con sindrome di Down, quasi il 6 per cento percepisce l’indennità di frequenza (una prestazione economica erogata a sostegno dell’inserimento scolastico e sociale dei ragazzi con disabilità fino al compimento dei 18 anni di età) e il 32 per cento l’ha percepita in passato. Tuttavia, alle persone con sindrome di Down spetterebbe l’indennità di accompagnamento.

Si registrano, a tal proposito, alcune criticità: da una parte le Commissioni Inps non sempre seguono la precisa indicazione di attribuire l’indennità di accompagnamento alle persone con sindrome di Down; dall’altra diverse famiglie non sanno di averne diritto. Questo si traduce in un elevato numero di contenziosi.

Il collocamento mirato

Come illustrato in precedenza, solo il 48.2 per cento dei maggiorenni è in possesso della valutazione che consente di accedere al sistema di collocamento mirato. Il restante 51.8 per cento invece è privo di riconoscimento perché non lo ha richiesto (35.4 per cento), perché in attesa di valutazione (5.8 per cento) o perché dichiarato incollocabile (10.6 per cento).

Spiega Carlo Giacobini, consulente di CoorDown: «sono definiti incollocabili coloro che, a parere della Commissione, non sono in grado di svolgere nessun tipo di lavoro. Tale impedimento, tuttavia, dovrebbe essere espresso solo quando metterebbe in pericolo la propria vita o l’incolumità propria o altrui».

Il divario territoriale

Sono esclusi da percorsi di collocamento mirato circa il 46 per cento dei maggiorenni intervistati. Tuttavia, tra i maggiorenni intervistati svolge attività lavorativa solo il 17.3 per cento. Sul fenomeno incidono fortemente le disparità territoriali.

Nel Nord Ovest, infatti, il 44 per cento degli intervistati sono inseriti nel mondo del lavoro (poiché con occupazione o svolgono un tirocinio). Questa percentuale è doppia rispetto a quella del Mezzogiorno.

Come evidenzia ancora CoorDown, «le disomogeneità territoriali meriterebbero ulteriori approfondimenti. Condividiamo però alcune impressioni: la prima riguarda le oggettive differenze generali del mercato del lavoro; la seconda può dipendere dalla qualità dei servizi per l’impiego e infine dal pessimismo che si genera nelle famiglie e nelle persone» e conclude, «il numero di persone che non hanno nemmeno richiesto la valutazione della legge 68/1999, essenziale per entrare nei circuiti del collocamento è davvero inquietante».

Emanuele Boi

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