Isee ristretto: cos’è e a cosa serve

Cominciamo col ricordare la definizione dell’Isee (Indicatore Situazione Economica Equivalente) tradizionale: si tratta di quel documento da presentare per richiedere determinati bonus e prestazioni sociali e serve a determinare il reddito di un nucleo famigliare.

Esso è dato dal rapporto tra la somma dei redditi di ogni componente (più un 20 per cento dei patrimoni mobiliari e immobiliari di ciascun membro del nucleo famigliare) e il parametro della scala di equivalenza presente sul sito dell’Inps. In pratica, si calcola in base a quante persone sono presenti nel nucleo famigliare.

Per ottenere l’Isee è necessario compilare la Dsu, ovvero la dichiarazione sostitutiva unica, dove si presentano dati anagrafici, reddituali e patrimoniali dell’intero nucleo famigliare certificato nello stato di famiglia.

Per il calcolo dei redditi si deve tenere in conto come data quella precedente due anni dal momento della dichiarazione (cioè per il 2023 i redditi da presentare sono quelli del 2021), mentre per il patrimonio immobiliare si terrà conto dell’anno precedente (2022 per il 2023).

L’Isee ristretto o socio-sanitario, invece, tiene conto soltanto del nucleo famigliare ristretto, ovvero soltanto dei redditi e dei patrimoni del richiedente la prestazione. Questo tipo di Isee può essere richiesto da persone maggiorenni con disabilità ai fini di agevolare l’ottenimento di:

  • Assistenza domiciliare
  • Ospitalità in strutture residenziali o semi-residenziali
  • Prestazioni relative a corsi di dottorato

A differenza di un Isee ordinario, quindi, in questo particolare tipo di Isee non è necessario includere redditi e possedimenti di ciascun membro del nucleo famigliare: se ad esempio la persona che richiede le prestazioni è figlio unico ma vive con entrambi i genitori, non sarà necessario includere nell’Isee ristretto anche la situazione reddituale della madre e del padre.

Roberta Gatto

Lascia un commento