Disability manager, una nuova figura di regia e mediazione nel mondo delle imprese
L’allungarsi della vita media e, conseguentemente, della vita lavorativa porta l’esigenza delle aziende di ripensare il rapporto persona-lavoro. Proprio in questa prospettiva, ecco come questa nuova figura aziendale del Disabily manager trova la sua giustificazione. È sempre più necessario infatti gestire oggi tutte le forme di diversità che si presentano all’interno di una qualsiasi azienda o impresa. Differenze di genere, età, provenienza geografica, abilità fisica: si tratta di condizioni che occorre affrontare in modo consapevole così poi da creare e proporre linee strategiche all’interno dell’azienda. Per arrivare a quale risultato? Ottenere il bene stesso dell’azienda attraverso una maggiore consapevolezza dei compiti assunti da ogni lavoratore che in questo modo si sente più coinvolto e responsabilizzato.
Disability Manager
Ma chi è, dunque, il Disability Manager? Egli è il responsabile dell’inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro. Più precisamente, la sua definizione è data all’art.11 D.Lgs.151/2015 (attuativo del Jobs Act). I suoi compiti sono infatti deputati alla predisposizione di progetti personalizzati per le persone con disabilità. Deve risolvere i problemi legati alle condizioni dei lavoratori con disabilità in raccordo con l’Inail per le persone con disabilità da lavoro. La figura professionale conosce l’impresa e le problematiche del lavoratore con disabilità e quindi si raccorda con altre figure aziendali interne così come a enti specialistici esterni.
I suoi compiti
Il Disability manager assume un ruolo centrale nella gestione delle dinamiche di disabilità e diversità nella singola impresa. Da lui vengono stabilite (in base a specifiche competenze e ruoli) le relazioni biunivoche con tutta una serie di figure presenti nell’azienda o impresa. Siano essi i lavoratori con disabilità, il medico competente dell’azienda, il Responsabile del servizio di Protezione e prevenzione (Rspp), i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, il datore di lavoro, i dirigenti e i preposti. E ancora, con il servizio Risorse umane, i colleghi di lavoro della persona con disabilità, l’Inps e le Commissioni Invalidi civili, l’Inail competente, le Istituzioni per l’avviamento lavorativo mirato ex L.68/99, le Organizzazioni Sindacali e i relativi patronati. Si capisce subito come la figura del Disability Manager assuma un ruolo molto centrale all’interno dell’azienda.
Le funzioni e i compiti
Ecco quindi che il suo ruolo diventa fondamentale nel portare in equilibrio le situazioni e i rapporti con il datore di lavoro e con il Responsabile del servizio di Protezione e prevenzione (Rspp) concordando l’organizzazione aziendale e la gestione delle problematiche complesse.
Non ultimo, vi è da gestire i rapporti con le strutture esterne in relazione alle diverse problematiche correlate a disabilità e lavoro (Servizio Occupazione Disabili, Centri per l’Impiego, enti accreditati alla formazione e al lavoro, Agenzie per il Lavoro (Apl), cooperative sociali, patronati sindacali, ecc.).
Deve quindi stringere il rapporto con il medico competente riguardo le scelte operative da mettere in atto. Le indicazioni date dal medico sulla mansione specifica dal punto di vista sanitario e di igiene del lavoro delle persone con disabilità devono essere tenute nel debito conto. E questo sia in fase di nuovi inserimenti, sia di mantenimento al lavoro di persone invalidatesi in costanza di rapporto di lavoro.
È fatale trovarsi ad affrontare dal punto di vista organizzativo o gestionale eventuali accomodamenti ragionevoli per i lavoratori con disabilità. Facendo seguito a un’opportuna e precisa sorveglianza sanitaria da parte delle figure competenti potrebbe rendersi necessario valutare l’idoneità lavorativa ponendovi limitazioni, raccomandazioni e prescrizioni. Trovandosi addirittura con giudizi di non idoneità, il Disability Manager potrebbe trovarsi nella necessità e possibilità di valutare il cambio di mansione del lavoratore così come segnalato dalla direzione medica.
Diventa quindi necessaria la piena collaborazione con le altre figure della prevenzione in azienda per valutare appieno e insieme gli aspetti più critici che si possono incontrare con i lavoratori con disabilità.
Normale quindi valutare assieme gli aspetti strutturali del luogo di lavoro e quindi la progettazione o ristrutturazione della postazione di lavoro, l’abbattimento delle barriere architettoniche per garantire la fruibilità dei locali comuni così come dei servizi igienici.
Non sono nemmeno da trascurare i compiti riguardanti gli aspetti organizzativi stessi del lavoro e dei lavoratori attraverso l’abbattimento delle barriere culturali, il considerare gli spostamenti casa-lavoro, lo smart working, la banca delle ore, i permessi specifici per malattia/terapia/riabilitazione.
Come abbiamo visto in questo breve excursus, la figura del Disability Manager non è una professionalità di poco conto e richiede competenze ben specifiche avendo in carico tutto il processo di integrazione socio-lavorativa delle persone con disabilità all’interno delle imprese.
Si tratta di una figura del tutto nuova e alla sua preparazione e formazione occorre lavorare visto come sulla sua utilità e necessità nessuno può trovare da eccepire vista l’utilità che ne deriva alle imprese e, di conseguenza, ai lavoratori.
Bachisio Zolo