Addio al reddito di cittadinanza, arriva ora l’assegno di inclusione

Con il decreto Lavoro 2023, approvato dal consiglio dei Ministri del 1 maggio, si è dato il via a una serie di riforme, non solo per quanto riguarda il mondo del lavoro, ma anche per l’assistenza alle famiglie.

Tra i nuovi provvedimenti figura anche l’assegno di inclusione, la nuova misura prevista dal Governo per contrastare la povertà, in sostituzione del reddito di cittadinanza.

Nella bozza si legge che, al momento della domanda i richiedenti dovranno rispettare i seguenti requisiti:

Requisiti di cittadinanza, di residenza e di soggiorno:

– il richiedente deve essere cittadino Ue o suo familiare che sia titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo oppure titolare dello status di protezione internazionale;

– residente in Italia per almeno cinque anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo;

– residente in Italia (requisito esteso anche ai componenti del nucleo familiare che rientrano nel parametro della scala di equivalenza).

– Requisiti relativi alla condizione economica:

– il nucleo familiare del richiedente deve avere un valore Isee valido non superiore a 9.360 euro;

– un reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui, moltiplicata per il parametro della scala di equivalenza corrispondente (in caso di nucleo composto interamente da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni o disabili, la soglia sale a 7.560 euro annui);

– un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione di valore ai fini Imu non superiore a 150mila euro, non superiore a 30mila euro;

– un valore del patrimonio mobiliare non superiore a 6mila, euro, incrementati di 2mila euro per ogni componente del nucleo familiare successivo al primo, fino a un massimo di 10mila euro, incrementato di ulteriori mille euro per ogni minorenne successivo al secondo.

 Requisiti relativi al godimento di beni durevoli e ad altri indicatori del tenore di vita:

– nessun componente del nucleo deve risultare intestatario o avere piena disponibilità di autoveicoli di cilindrata superiore a 1600 cc. o di motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc., immatricolati la prima volta nei 36 mesi precedenti;

– nessun componente del nucleo deve risultare intestatario o avere piena disponibilità di navi e imbarcazioni da diporto;

– non essere stati sottoposti a misura cautelare o di prevenzione e non essere stati condannati in via definitiva nei dieci anni precedenti la richiesta.

La scala di equivalenza è pari a 1 ed è incrementata fino a un massimo di 2,2 e ulteriormente elevato a 2,3 in presenza di componenti in condizione di disabilità grave o non autosufficienza.

Importo del sussidio

L’assegno mensile non potrà avere un importo inferiore a 480 euro, esenti da Irpef  e i beneficiari potranno ricevere fino a 6mila euro annui, moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. Il limite sale a 7.560 euro annui nel caso di nucleo familiare composto interamente da persone di età pari o superiore a 67 anni o disabili.

Il contributo potrà essere erogato per un massimo di 18 mesi e potrà essere rinnovato per un ulteriore anno. L’importo spettante sarà pagato dall’Inps attraverso uno strumento di pagamento elettronico.

Il nucleo beneficiario dovrà sottoscrivere un patto di attivazione digitale e dovrà presentarsi ogni tre mesi presso i patronati o i servizi sociali e i centri per l’impiego per aggiornare la propria posizione.

Inoltre, i soggetti occupabili, cioè coloro che hanno un’età compresa tra i 18 e i 59 anni e non sono considerati “fragili”, perdono il beneficio se rifiutano un’offerta di lavoro a tempo pieno o parziale, non inferiore al 60 per cento dell’orario a tempo pieno e con una retribuzione non inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi e che sia:

• a tempo indeterminato, su tutto il territorio nazionale;

• a tempo determinato, anche in somministrazione, se il luogo di lavoro non dista più di 80 km dal domicilio.

Il Governo ha inoltre previsto dei bonus assunzione per i datori di lavoro che assumono i beneficiari dell’assegno di inclusione. A questi sarà riconosciuto, per un anno, un esonero contributivo del 100 per cento nel limite di 8mila euro.

Una ulteriore prestazione economica, infine, viene riconosciuta dal 1° settembre 2023 ai soggetti occupabili che si trovano in condizioni di povertà assoluta e fanno parte di nuclei familiari che non possiedono i requisiti per l’assegno di inclusione oppure che non sono calcolati nella scala di equivalenza.

Roberta Gatto

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