Disabili e accesso al lavoro
«Garantire parità di accesso al mondo del lavoro alle persone con disabilità è un obiettivo ancora da raggiungere in Italia e in buona parte d’Europa». A dirlo è il presidente di Ierfop Roberto Pili.
«Si tratta di una questione di giustizia sociale» prosegue Pili, «perché il lavoro è importante non solo per la sussistenza economica, l’inclusione e l’autonomia personale, ma rappresenta anche una sfida per la competitività economica e la sostenibilità del welfare del paese».
Nella sua analisi, Roberto Pili guarda anche alla situazione attuale dell’Italia e ai numeri che raccontano un futuro prossimo nel quale il nostro Paese, a causa della bassa natalità e dell’invecchiamento della popolazione, avrà, già nel 2050, un rapporto di uno a uno tra lavoratori e non lavoratori.
Già tra sedici anni, stando alle previsioni, mancheranno 4 milioni di lavoratori e questo divario tra domanda e offerta potrebbe essere colmato favorendo l’impiego di persone con disabilità.
Al momento, nell’Unione Europea la differenza per quanto riguarda il livello di occupazione è notevole: al 75 per cento di persone che lavorano fra i cosiddetti normodotati corrisponde poco più del 50,8 per cento di persone con disabilità che svolgono un’attività.
I dati che riguardano l’Italia sono dell’Istat, si riferiscono al 2019, e dicono che a fronte di un 57,8 per cento di persone senza disabilità che lavorano, la percentuale di persone con disabilità impiegate in un’attività lavorativa si ferma al 35,8.
«La situazione in Italia è in evoluzione sul piano normativo» aggiunge il presidente di Ierfop «ed essere dentro il quadro europeo è un’opportunità per raggiungere determinati obiettivi».
In Italia, per favorire l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità si uniscono gli obblighi legislativi, come la legge 68/1999 che stabilisce quote di assunzione obbligatoria, e gli incentivi fiscali per supporto formativo e tecnologie assistive.
«Quello che è necessario» conclude Pili « è coordinarsi con le politiche europee e utilizzare la Strategia Europea sulla Disabilità 2021-2030 e il relativo quadro normativo di incentivi con le pratiche di welfare aziendale italiane».
Diventa fondamentale valorizzare il ruolo del terzo settore per colmare le differenze che esistono tra le politiche pubbliche e le necessità espresse dal mercato del lavoro. Il decreto legislativo n. 62 del 3 maggio 2024, che semplifica il sistema di accertamento dell’invalidità civile, rappresenta un passo in avanti determinante per creare una sinergia tra scuole, enti di formazione e aziende, e favorire così l’integrazione e l’inclusione.
Giuseppe Giuliani