Google elimina le politiche di assunzione legate a diversità e inclusione

Il presidente Usa Donald Trump

Tempi duri per le minoranze in America. Dopo l’insediamento del Governo Trump, molti colossi delle industrie statunitensi hanno deciso di mettere al bando le politiche di assunzione D&I (Diversità e inclusione) volte a favorire l’inserimento lavorativo di persone appartenenti a categorie sottorappresentate come persone con disabilità, con diverso orientamento sessuale e religioso, persone di diverse etnie e persone trans.

Le scelte del Governo repubblicano hanno quindi importanti ricadute sulla società e aprono la strada a molteplici discriminazioni mascherate da equità.

Google e le nuove politiche aziendali

Il cambiamento operato dal governo Trump si riflette quindi sulle politiche aziendali delle più importanti imprese statunitensi, in primis sui giganti dell’hi-tech e dell’informatica come Google.

L’azienda, così come anche Microsoft, Amazon e Meta, ha rivisto le proprie politiche di assunzione legate alla diversità e all’inclusione, sostenendo il nuovo orientamento governativo basato sul “merito”.

Le modifiche normative e le recenti pressioni politiche del governo Trump hanno quindi portato Google a terminare i propri obiettivi di assunzione D&I. La società ha trasmesso un comunicato in cui si spiega come “non stabilirà più obiettivi specifici per aumentare la rappresentanza di gruppi storicamente sottorappresentati”.

Cosa sta succedendo negli Stati Uniti

La motivazione dietro a tali scelte è da ricercarsi nelle recenti decisioni giudiziarie e negli ordini esecutivi della nuova amministrazione Trump, il cui obiettivo è limitare le iniziative D&I tanto nel settore pubblico quanto in quello degli appaltatori federali.

Queste scelte dovrebbero in qualche modo evitare pratiche discriminatorie nei confronti di chi non rientra nelle categorie previste dalle politiche di diversità e inclusione, pertanto anche Google, in quanto appaltatore federale, non può fare altro che adeguarsi.

Inoltre, l’azienda potrebbe sospendere i rapporti annuali sulla diversità, fondamentali per la trasparenza e il monitoraggio della composizione del personale, introdotti nel 2014.

Google assicura comunque di mantenere al proprio interno un ambiente inclusivo e diversificato, pur senza violare le nuove normative.

Quello di Google non è però un caso isolato. Al colosso si affiancano anche altre società dell’industria tecnologica come Meta e Amazon.

Il caso Apple

Mentre Meta cancella il team responsabile delle iniziative D&I, abbandonando gli obiettivi di rappresentanza per l’assunzione di donne e minoranze e Amazon annuncia la progressiva eliminazione delle iniziative D&I, Apple rifiuta di allinearsi alle nuove normative, chiedendo agli azionisti di respingere le proposte di cambiamento in tal senso.

Una voce fuori dal coro, quella della multinazionale. «La proposta non è necessaria» spiegano dall’azienda della “Mela”, «in quanto Apple dispone già di un programma di conformità ben consolidato e tenta inopportunamente di limitare la capacità di Apple di gestire le proprie operazioni commerciali ordinarie, le persone, i team e le strategie aziendali. Apple ha l’obiettivo di creare una cultura di appartenenza in cui tutti possano dare il meglio di sé».

Roberta Gatto

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