Disabilità nella Storia: Lewis Carroll (1832 – 1898)
L’autore di “Alice nel Paese delle Meraviglie” è un uomo dalla genialità complessa e intrigante, un neurodivergente in grado di rovesciare le regole della logica e di creare un mondo fantastico ancora oggi conosciuto e apprezzato da grandi e piccini.
Ma non solo. Lewis Carroll è anche fotografo dalla personalità controversa, professore di matematica, inventore e prete anglicano. Un uomo dalle mille sfaccettature e dalla vita tormentata.
Chi è Lewis Carroll
Charles Lutwidge Dodgson (vero nome di Lewis Carroll) nasce a Daresbury, nel Cheshire, nel 1832 in una famiglia di origine irlandese.
Scrittore e matematico, Dodgson dimostra fin da subito una mente acuta e brillante, nonché un carattere introverso, nonostante provenga da una famiglia piuttosto numerosa, composta da ben undici figli.
Nel 1845 studia alla Rugby School, dove presumibilmente subisce delle molestie, evento che incide sulla sua personalità adulta.
Durante il percorso accademico presso la Christ Church di Oxford si distingue per il talento nello studio, così come per una certa indolenza, caratteristica che lo accompagna anche durante l’insegnamento a Oxford, dove tiene una cattedra di matematica per quasi tutta la vita. Durante questo periodo gli viene diagnosticata una forma di epilessia, anche se alcuni studi recenti ipotizzano possa trattarsi di una forma di emicrania detta “aurea”.
La diagnosi è a ogni modo uno stigma sociale per Dodgson, insieme all’onnipresente balbuzie e a una visione del mondo non proprio conforme alle rigide regole morali dell’epoca vittoriana.
La fotografia
Nel 1856, Dodgson comincia a esercitare la fotografia come mezzo espressivo del proprio concetto di bellezza. Rifiutando l’idea di peccato originale, Dodgson crede invece nella divinità innata presente nell’età infantile, caratterizzata da purezza e innocenza.
La maggior parte delle sue opere è quindi costituita da ritratti di bambine e le sue modelle non hanno mai più di 16 anni. Alcune di queste foto ritraggono le giovanissime modelle nude, da qui la tesi secondo cui Dodgson sarebbe un pedofilo.

Lewis Carroll
Lo scopo delle sue opere è tuttavia quello di ritrarre le bambine come fate libere dalle convenzioni sociali, anziché come piccole dame della buona società inglese. Altri soggetti dei suoi ritratti sono personaggi illustri dell’epoca, come gli artisti Dante Gabriel Rossetti e Alfred Tennyson, oltre a soggetti anatomici e paesaggi. La sua carriera di fotografo si interrompe bruscamente nel 1880, dopo 24 anni.
Le opere letterarie
Dodgson è noto per la scrittura di due capolavori letterari come “Alice nel Paese delle Meraviglie” e “Oltre lo specchio e quel che Alice vi trovò”, dove dà vita a un mondo fantastico dominato dal nonsense, dagli indovinelli e dai giochi di parole.
L’idea per i due libri nasce dalla frequentazione di Dodgson con le giovani figlie del suo rettore alla Christ Church, Henry Liddell, con le quali è solito fare dei giri in barca. Durante queste piccole gite, Dodgson inventa storie per far divertire le tre bambine ed è su insistenza della piccola Alice che decide di metterle per iscritto. La sua prima opera, firmata con lo pseudonimo Lewis Carroll, è un vero e proprio successo conosciuto ancora oggi in tutto il mondo.
Le invenzioni
Dodgson è anche un brillante scienziato. Inventa un metodo di scrittura al buio chiamato nyctografia, una sorta di codice Braille che utilizza una griglia con buchi quadrati, e un gioco linguistico chiamato “scala delle parole”, dove i giocatori devono passare da una parola iniziale a una finale aggiungendo e togliendo, cambiando e anagrammando le lettere.
I personaggi di Alice nel Paese delle Merabiglie
Secondo alcuni studiosi, i personaggi presenti nel libro di Carroll rappresenterebbero i tratti caratteristici delle persone nello spettro autistico. Il Bianconiglio, ad esempio, incarnerebbe la natura ossessivo compulsiva delle persone con autismo, così come la Lepre Marzolina e il Cappellaio Matto rappresentano alcuni comportamenti rituali.
Lo Stregatto è invece un esempio di atteggiamenti bizzarri e della particolare ironia, mentre la Regina di Cuori è una rappresentazione del lato iperemotivo espresso da queste persone.
Inoltre, secondo la ricercatrice Julie Brown, la scrittura di Carroll presenta dei tratti autistici per via della struttura dell’opera, i cui capitoli non seguono uno sviluppo lineare della storia, ma potrebbero essere “rimescolati come un mazzo di carte senza intaccarne la fruibilità”.
La morte
Dodgson muore di bronchite a Guildford, nel Surrey, nel 1898, 5 anni dopo la pubblicazione della sua ultima opera, “Sylvie e Bruno”, ed è seppellito nel cimitero del paese.
Nonostante le numerose relazioni attribuitegli con donne nubili e sposate, Dodgson non lascia eredi diretti e alla sua morte tutto il suo patrimonio passa ai fratelli, alle sorelle e ai nipoti.
La famiglia Dodgson rende inaccessibile l’archivio delle sue carte per oltre 60 anni, autorizzando una sola biografia a cura di Stuart Dodgson Collingwood, uscita alcuni mesi dopo la morte di Carroll.
Roberta Gatto