«Sono Jupiter Jetson, faccio la escort per disabili»

Quella di Jupiter Jetson sembra essere proprio una missione, almeno a sentire quanto dice. Lei è una escort professionista, professa in una casa di appuntamenti legale del Nevada (ovest degli Stati Uniti), ma nel suo profilo Instagram si definisce modella e attrice.

Nella sua intervista al DailyMail, quotidiano britannico, racconta della necessità di abbattere i pregiudizi e di trattare normalmente la sessualità delle persone con disabilità. Poi, parla del suo lavoro e della decisione di dedicarsi ai clienti con disabilità e per legittimare la sua scelta si “gioca” un concetto chiaro: «il sesso è una parte vitale dell’essere umano, tutti meritano di farlo. Senza eccezioni».

I clienti

I suoi clienti hanno disabilità diverse: dall’autismo alla sindrome di Down, dalla paralisi cerebrale alle ferite di guerra. Ma hanno in comune, spiega Jetson «la sorpresa che manifestano nel momento in cui vengono accolti. Non rifiutati».

Il pensiero di Jetson

La donna spiega nell’intervista che «le persone tendono a considerare chi ha una disabilità, sia fisica o cognitiva, come un bambino e quindi come qualcuno che non ha bisogno del sesso».

Jetson sostiene che si tratti, invece, di un bisogno umano fondamentale, e che rimuovere la sessualità sia solo un altro modo in cui la società tende a disumanizzare la comunità delle persone con disabilità.

Gli incontri

Jupiter Jetson spiega, inoltre, che ogni cliente va trattato in modo diverso e cita degli esempi: «chi è in sedia a rotelle ha bisogno di trovare una posizione confortevole e funzionale, chi ha l’autismo necessita di illuminazione soffusa e musica adatta, per chi ha limitazioni motorie, serve attenzione ai movimenti e alla gestione dello spazio».

Quello che chiede in cambio è un consenso entusiasta, una dimostrazione di prendere parte a ciò che accade. Lei dichiara di aiutare le persone con disabilità a sentirsi accettate e desiderate, e a chi la critica, replica con il suo mantra: «tutti hanno diritto a vivere la propria sessualità, senza eccezioni».

Giuseppe Giuliani

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