Messina, la pizza con il menù in Braille
La lettura di un menù in pizzeria può sembrare una cosa banale e scontata per la maggior parte delle persone. Tuttavia, per chi ha una disabilità visiva, talvolta si rivela un’impresa non da poco.
Infatti, la maggior parte delle pizzerie e dei ristoranti continua a proporre menù cartacei, impossibili da leggere per le persone cieche e ipovedenti.
Fortunatamente, però, le cose stanno cambiando. Molti locali si sono dotati, anche grazie alle norme anti-Covid, di menù digitali, da scansionare con il telefono attraverso un QR-Code.
In questo modo, gli smartphone possono visualizzare il menù sullo schermo e le apposite applicazioni possono permetterne la lettura alle persone non vedenti. Ma cosa succede quando il menù è cartaceo?
Il più delle volte, a leggerlo è una persona vedente al tavolo. Ma se questa persona non c’è? Se al tavolo sono sedute soltanto persone con disabilità visiva, ad esempio una coppia o banalmente un gruppo di amici?
Un menù per tutti
Per chi ama le tradizioni e non vuole rinunciare al classico menù cartaceo, la soluzione è la stampa in Braille. Il codice inventato due secoli fa dal francese Louis Braille è infatti ancora un validissimo ausilio per l’autonomia e l’indipendenza delle persone con disabilità visiva in tutto il mondo.
Ed è proprio il codice Braille a comparire sui menù della pizzeria gestita da Enzo Piedimonte, pizzaiolo napoletano (messinese d’adozione), con una sensibilità particolare nei confronti dei clienti con disabilità.
«Ho pensato di andare incontro alle esigenze dei clienti ipovedenti e non vedenti» spiega Piedimonte. «Chi viene nel mio locale deve potersi sentire a suo agio, l’inclusione si costruisce anche attraverso piccoli gesti concreti come questo».
Un confronto produttivo
L’idea per il menù in braille nasce da una chiacchierata con l’assessore del Comune di Messina Massimo Finocchiaro e dalla successiva collaborazione tra l’imprenditore e Antonella Rigano, socia dell’unione italiana ciechi e presidente della “Global Social Inclusive Asd“.
«È un modo» racconta Antonella Rigano, «per far comprendere anche ai vedenti cosa significa orientarsi nel nostro mondo, sviluppando il senso del tatto».
Il menù in Braille comprende tutte le pietanze e i relativi prezzi, risultando così identico in tutto e per tutto a quello stampato in nero. L’iniziativa di Piedimonte è un bel passo avanti per l’inclusione delle persone con disabilità visiva e costituisce un esempio di buone pratiche da applicare al mondo della ristorazione e dell’accoglienza.
Roberta Gatto