Sorpresa, scende la dispersione scolastica Invalsi in Italia
Succede per la prima volta nella storia della scuola italiana: la percentuale di giovani che lasciano la scuola prima del diploma è scesa sotto il 10 per cento. Risultato incoraggiante? Non proprio. Restiamo sempre indietro rispetto alla media, ma non lontano dal traguardo Ue per il 2030 del 9 per cento. Le migliori risultano le ragazze. Sono loro a ottenere risultati anche migliori della media delle loro coetanee europee (7,1 per cento contro 7,7). Ci sarebbe di che gioire se non ci fosse un “ma”. E il “ma”, sarebbe la percentuale dei maschi che restano invece clamorosamente indietro. Sono loro infatti ad alzare a scuola “bandiera bianca” prima di tagliare il traguardo: 12 per cento a livello nazionale, il 14,5 per cento al Sud. In pratica, un alunno su sette.
I dati
I dati sono emersi nel corso del convegno sul «Miglioramento dell’offerta formativa» svolto mercoledì 28 maggio al Ministero dell’Istruzione e del Merito. Ed è il presidente dell’Invalsi (l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) Roberto Ricci a lanciare l’allarme. «La dispersione scolastica è un fenomeno prevalentemente maschile» sottolinea Roberto Ricci, «È così anche negli altri Paesi, ma in Italia lo svantaggio è maggiore. Per questo è necessario mettere in atto delle politiche mirate». I maschi sono infatti l’anello debole sul quale bisogna intervenire.
L’abbandono scolastico
Quando si parla di abbandono scolastico bisogna considerarlo come un fenomeno complesso, che colpisce soprattutto le fasce più svantaggiate della popolazione. A riprova ne sia, come le regioni meridionali registrano percentuali nettamente più alte di quelle del Centro e del Nord.
Roberto Ricci però, sottolinea come in realtà, «esistono tanti Nord e tanti Sud». E questo vale sia per la cosiddetta dispersione scolastica esplicita, cioè per chi si ritira, che per i tanti, troppi studenti che arrivano a fine percorso con competenze scarse o scarsissime sia in italiano che in matematica e in inglese. Si tratta della cosiddetta “dispersione implicita”, cioè giovani con un diploma in tasca che però equivale a carta straccia. E si tratta del 2,5 per cento nel Nord Est, il 3 nel Nord Ovest e si sfiora il 12 per cento al Sud.
I rimedi
Come si può rimediare a queste incongruenze? «Lo studio Invalsi» commenta il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara in alcune dichiarazioni a margine dell’incontro, «dimostra come la personalizzazione della didattica sia fondamentale per combattere la dispersione scolastica. Anche attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Il nostro obiettivo è quello di valorizzare sempre di più i talenti di ogni studente». Perché ogni studente “perso” è un fallimento educativo che chiama in causa tutti.