Un bando da più di 300 milioni di euro sulle disabilità

Alessandra Locatelli

La notizia arriva nel corso del question time in Senato: la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli annuncia infatti un bando da oltre 300 milioni di euro. L’intervento riguarderà progetti degli ambiti ricreativo, lavorativo e abitativo.

Il piano operativo per le persone con disabilità

La bozza del piano triennale è passata nelle scorse settimane all’esame di tutti i ministeri per le eventuali osservazioni e per programmare le risorse finanziarie necessarie.

La ministra ha anche spiegato che «l’importanza della riforma della disabilità presuppone responsabilità e, anche questo, ha portato a tempi necessariamente più lunghi, rispetto a quelli previsti inizialmente». L’obiettivo resta quello di «scardinare alcune procedure che non funzionano più», di aggiornare metodi di intervento obsoleti per la presa in carico delle persone con disabilità. di cambiare un sistema frammentato fra mondo sociale e sanitario.

Le risorse

Ci sono 435 milioni di euro a regime, cifra che può ulteriormente crescere nei prossimi anni. Risorse che, secondo la ministra, devono avere come obiettivo principale il progetto di vita delle persone con disabilità, meglio ancora il progetto di vita di ogni singola persona che lo richiede.

Il punto sulla riforma della Disabilità

Al momento, sono nove le province nelle quali è in corso la sperimentazione della riforma sulla disabilità e se ne aggiungeranno presto altre undici. Locatelli ha aggiunto che, dall’inizio del prossimo anno, altre quaranta inizieranno il percorso e poi, gradualmente, tutte le altre, almeno con la formazione generale. Nei prossimi mesi, per tutte le province coinvolte nella sperimentazione saranno attivi un sito e una piattaforma digitale.

Le terapie complementari

Nell’intervento durante il question time, Locatelli ha parlato anche delle terapie complementari. Facendo riferimento alla mototerapia, recentemente approvata dal Governo, la ministra ha indicato la strada del pieno riconoscimento di tutte le terapie complementari anche per dare un senso al lavoro che volontari e operatori svolgono negli ospedali.

«Si tratta» conclude la Locatelli, «di essere complementari a quelle che sono medicine e terapie indispensabili e di accompagnare la persona, bambino o adulto, in un percorso che sia davvero pieno e che dia la possibilità attraverso un sorriso, un’emozione e, ancora una volta, una speranza fino alla fine»

Giuseppe Giuliani

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