Sai accompagnare una persona cieca?
Proviamo a raccogliere dieci consigli utili per chi si dovesse trovare ad accompagnare una persona non vedente. Le raccomandazioni sono per cercare di essere il più possibile appropriati e (possibilmente) non combinare guai o problematiche che già quelle ci sono.
I consigli
Innanzitutto, quando ci si trova davanti a una persona cieca o ipovedente, prima di iniziare a compiere l’intervento che si ritiene in quel momento necessario per aiutare, è opportuno (necessario) che ci si presenti. Semplice. La presentazione vocale permette di creare una connessione che l’amico, conoscente o anche sconosciuto non vedente non potrebbe fare altrimenti perché, appunto, non dotato della vista.
Seconda regola da seguire. Chiedere sempre prima se l’aiuto è desiderato. Mica è scontato. Se qualcuno dice “no”, non è per essere scortese o per offendere. Può anche essere che l’aiuto non venga apprezzato in un altro momento. Se la risposta è invece “sì”, la domanda successiva dovrebbe essere: “come posso aiutarti al meglio?”. A questo punto è opportuno seguire le indicazioni di chi ha accettato l’aiuto.
La terza regola da seguire è quella di posizionarsi dal lato in cui si ha una mano libera. È consuetudine delle persone non vedenti tenere il braccio appena sopra il gomito. Le ragioni? Almeno per un paio di motivi: la presa permette di sganciarsi facilmente se la persona non vedente non si sente sicura e questo la fa sentire ancora più protetta perché l’accompagnatore è sempre un passo avanti e dai movimenti del corpo si capisce se si sale o si scende e la direzione presa.
Regola quarta: nessuno dei non vedenti vuole sentirsi afferrato, spinto o tirato da sconosciuti. Sembra ovvio, ma le persone con buone intenzioni spesso fanno questo. Incredibile, ma vero. Spingere o tirare per il braccio o altra parte del corso toglie la capacità di usare efficacemente e in sicurezza il bastone impiegato dal non vedente per rilevare terreno irregolare, marciapiedi e ostacoli che potrebbero trovarsi lungo il percorso. E poi, afferrare può anche causare infortuni.
Passiamo al quinto consiglio utile. Quando si guida un non vedente attraverso uno spazio stretto, è opportuno e utile spostare il braccio guida dell’accompagnatore dietro la schiena. Questo gesto indica che ci si deve mettere in fila indiana. Non ultimo, usare sempre la voce per far sapere cosa sta succedendo e in quale situazione ci si trovi.
Sesto e settimo consiglio. Quando si sta accompagnando una persona non vedente e ci si avvicina a delle scale, è cosa gradita avvisare un poco prima. Magari anche dire se le scale salgono o scendono e da quale lato si trova il corrimano. E meglio ancora se si è anche più descrittivi. Un esempio? “Ci sono delle scale che scendono tra circa tre metri e c’è solo un corrimano a sinistra.” Questo dà il tempo alla persona non vedente di prepararsi meglio. E soprattutto, è importante per la sicurezza del non vedente, di evitare di avere fretta.
Passiamo all’ottavo consiglio e raccomandazione. Quando si aiuta qualcuno ad attraversare la strada, avvisare sempre quando si sta per salire o scendere dal marciapiede. Spesso possono percepirlo dal movimento dell’accompagnatore, ma dirlo è sempre utile. E poi: salire o scendere il marciapiede è sempre meglio farlo frontalmente, non in diagonale.
Consiglio nove: avvisare se lungo il percorso ci sono rami bassi o ostacoli sopra la testa. L’avviso porta la persona non vedente ad alzare il braccio per proteggersi la testa o abbassarsi. Questo perché il bastone (se impiegato) rileva solo ostacoli sotto la vita. E se poi si sta guidando il non vedente attorno all’ostacolo, spiega perché si sta cambiando percorso.
Dai, siamo arrivati al decimo consiglio. Potrà sembrare ovvio, ma non lo è. Quando ci si congeda dalla persona non vedente che si è aiutato è sempre opportuno e salutare. Anche quando lo si rincontra. Le sole voci possono essere difficili da identificare, specialmente in luoghi affollati e rumorosi. Ma quando la si saluta la persona non vedente, è sempre opportuno ripetere il nome. Questo dà la certezza alla persona cieca che sì, si sta parlando con lui. E attirando la sua attenzione, è bello poter ricambiare il saluto.
Bachisio Zolo