Arriva il tempo delle vacanze, ma non per tutti
Sì, ancora oggi ci sono discriminazioni pesanti per i minori con disabilità che vogliono accedere ai centri estivi per le vacanze.
Tante sono ancora le famiglie che si sono viste rifiutare l’iscrizione al centro estivo ai propri figli con disabilità. Peggio: subiscono persino la ormai nota prassi di dover pagare un contributo aggiuntivo rispetto alla retta per poter usufruire dell’assistenza laddove questa figura sia necessaria al bambino per garantire un’adeguata frequenza al centro estivo. Oppure, casi in cui i gestori propongono la frequenza ridotta e persino l’esclusione a priori di alcuni bambini con disabilità a causa dell’inadeguatezza o inaccessibilità degli spazi in cui si svolgono le attività. I motivi addotti? Generiche “ragioni di sicurezza”.
Ma è davvero così? Innanzitutto, non esiste una normativa specifica che obblighi i Comuni a fornire l’assistenza necessaria in casi simili (perché si tratta di attività extra-scolastiche). Di certo è però, che restano comunque situazioni dove si configurano condotte discriminatorie ai danni di bambini e bambine con disabilità. E questo lo dice la legge 67/2006: i minori vedono infatti limitato o addirittura negato il proprio diritto a partecipare a un’opportunità di svago e socializzazione durante i mesi estivi in condizione di parità con i loro coetanei. Si può rimanere indifferenti? Su questo tema si sono unite diverse associazioni come “Vorreiprendereiltreno”, Federazione Osservatorio182, scuola inclusiva, sostegno e diritti.
Cosa hanno fatto? Intanto hanno iniziato a dare aiuto concreto alle famiglie che si trovano a dover affrontare questa problematica. Poi hanno predisposto un facsimile di lettera che le famiglie possono direttamente inviare agli enti gestori dei servizi ricreativi pubblici o privati, così da far valere il diritto all’inclusione per i loro figli e figlie. Ecco il link alla lettera facsimile https://www.vorreiprendereiltreno.it/…/Diffida…
Bachisio Zolo