Una nanoprotesi per la retina
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science ed è stato realizzato dagli scienziati cinesi dell’Università di Fudan e dello Shangai Institute of Technical Physics. Gli scienziati cinesi hanno sviluppato una protesi retinica che consente di avere una visione artificiale. La nuova protesi è stata testata su topi e macachi.
La nuova protesi
La nuova protesi è basata sul tellurio, una terra rara fotosensibile che viene utilizzata come semiconduttore. La novità sta nel fatto che la protesi retinica permette di rilevare il vicino infrarosso (la luce nel vicino infrarosso è quella con una lunghezza dell’onda elettromagnetica compresa tra 650 e 1000 nanometri, ma i parametri variano a seconda della scala di valutazione).
Gli obiettivi
Il punto di partenza è quello di provare a ridare la vista ai non vedenti e di cercare di aumentare la capacità dell’occhio umano di percepire altre lunghezze d’onda della luce come, appunto, l’infrarosso vicino. La rilevazione dello spettro infrarosso potrebbe essere molto utile per il ripristino della vista, perché consente di percepire la luce in condizioni di oscurità.
Com’è fatta la protesi
Come detto, è stato utilizzato il tellurio e sono stati intrecciati dei fili monodimensionali in forma cristallina (nanofili), capaci di convertire in segnali elettrici sia la luce visibile che quella dell’infrarosso vicino.
La scoperta
Gli scienziati hanno scoperto che la protesi, nei topi geneticamente ciechi, rimetteva in funzione i riflessi della pupilla e, contemporaneamente, stimolava l’attivazione dei neuroni nella corteccia visiva. Successivi test hanno dimostrato che i topi con protesi retinica vedevano come i topi normali.
Il macaco
La sperimentazione si è spostata, poi, su un macaco cieco per verificare la compatibilità della protesi e, successivamente, su un macaco vedente si è notato che la protesi ne ha aumentato la sensibilità dell’occhio all’infrarosso vicino.
Le conclusioni
Il team di ricercatori cinesi ha spiegato che i nanofili convertono la luce in correnti elettriche in modo naturale e, in più, “leggono” lo spettro infrarosso vicino. I test hanno dimostrato che la nanoprotesi ha prodotto impulsi elettrici tali da mettere in funzione la parte di retina funzionante in un occhio non vedente. Anche l’impianto non sembra presentare particolari problemi.
In definitiva, la nuova protesi ha ripristinato, almeno in parte, la vista nei topi ciechi, mentre i macachi si sono dimostrati in grado di rilevare la luce nel vicino infrarosso.
Il futuro
Secondo gli esperti, questa scoperta potrebbe rivelarsi importante per i non vedenti, perché, al momento, i tentativi sinora portati avanti si sono dimostrati inefficaci sul lungo periodo e hanno presentato problemi di vario tipo. La nanoprotesi cinese sembra dare garanzie sulla sua realizzazione e sulla biocompatibilità.
Giuseppe Giuliani