Parkinson: da Cagliari una nuova cura sperimentale
Parte dall’Università di Cagliari la sperimentazione di una nuova cura per la malattia di Parkinson in collaborazione con l’Università Masaryk (Repubblica Ceca) e Vasyl Stefanyk Precarpathian National University (Ucraina). Il progetto è finanziato dal bando Educ-Wide Seed Project e durerà 18 mesi.
Una speranza per milioni di persone
Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa e fortemente invalidante che colpisce milioni di persone nel mondo. Si tratta di una sindrome complessa per la quale al momento non esiste una cura definitiva. Nel Parkinson una particolare proteina, l’alfa-sinucleina, si comporta in modo anomalo causando la degenerazione delle cellule nervose.
Lo studio
La ricerca dell’Università di Cagliari coinvolge una particolare famiglia di neuroproteine chiamate cromogranine, note per il ruolo svolto nella regolazione delle risposte cellulari allo stress.
Il team cagliaritano, coordinato dalla docente di Anatomia umana della facoltà di Medicina Cristina Cocco e composto da Antonio Manai, Barbara Noli, Aqsa Anjum e Maria Antonietta Casu, è attualmente al lavoro sulla sperimentazione in vitro di queste proteine.
«Nei laboratori di Cagliari» spiega Cristina Cocco «le cromogranine verranno testate in vitro su cellule staminali umane e murine. Si cercherà di capire se queste proteine possano proteggere le cellule nervose dai danni provocati dal rotenone, una tossina che simula i meccanismi della malattia di Parkinson nei modelli sperimentali».
Le fasi finali della ricerca
In Repubblica Ceca, con la collaborazione del Cnr, i ricercatori studieranno gli stadi iniziali della malattia sui topi. Dopo la somministrazione di rotenone per via intranasale, si valuteranno gli eventuali effetti neuroprotettivi delle cromogranine sulle cellule. Infine, l’equipe di ricerca ucraino si concentrerà sull’alfa-sinucleina, per valutare l’efficacia delle cromogranine sugli aggregati tossici di questa proteina.
Se gli studi avranno successo, potrebbe essere il primo passo verso una cura in grado di arrestare la malattia già allo stadio iniziale, prima che la neurodegenerazione diventi invalidante.
Roberta Gatto