Scuola, una proposta di legge su continuità didattica e formazione specializzata per gli insegnanti
Quasi un terzo degli insegnanti di sostegno non possiede la specializzazione necessaria e il 68 per cento degli studenti con disabilità è costretto ogni anno a cambiare docente. Questi i dati Istat che fotografano una situazione nella scuola dove per gli alunni con disabilità, il problema principale resta ancora la continuità scolastica perché ogni anno gli alunni con disabilità si trovano a cambiare docente. «La proposta di legge che abbiamo ora presentato» spiega Vincenzo Falabella, presidente della Fish (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità) e consigliere del Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), «rappresenta un passo importante verso una reale inclusione scolastica».
Gli obiettivi
Da garantire quindi la stabilità e la competenza del personale docente, nel pieno rispetto dei principi sanciti dalla Costituzione.
«La proposta di legge avanzata da Fish» prosegue Falabella, «è volta a rafforzare l’inclusione scolastica, focalizzandosi da una parte sulla continuità didattica per gli alunni con disabilità, dall’altra su una formazione specializzata per gli insegnanti». Proposta che è stata ora approvata dall’Assemblea del Cnel.
Ma cosa contiene questa proposta di legge? «Si mira a superare la precarietà» si legge in una nota di Fish, «anticipando il periodo di svolgimento delle procedure di nomina, limitando il turnover dei docenti di sostegno e investendo in modo strutturale nella loro formazione (iniziale e in servizio), estendendola anche a tutti i docenti curricolari». Nel testo approvato dall’Assemblea del Cnel, «si prevedono inoltre incentivi per rendere più stabile e attrattiva la carriera del docente di sostegno, incluso un periodo minimo obbligatorio di permanenza nella scuola di appartenenza insieme a misure per contenere la mobilità verso il posto comune, garantendo così pari opportunità formative a tutti gli studenti e a tutte le studentesse. Si prevede, infine, l’istituzione delle scuole di specializzazioni per il sostegno».
I numeri
Esiste l’urgenza di dove colmare il divario tra i diritti degli studenti con disabilità e la loro effettiva garanzia nel sistema scolastico. I numeri prodotti dall’Istat rivelano l’entità di tale problema. Si legge infatti del 29,6 per cento di insegnanti di sostegno non specializzati (al nord è il 38,2 per cento) e del 68 per cento degli alunni e delle alunne che cambiano docente di sostegno annualmente.
Peggio ancora sta la metà degli studenti con disabilità intellettive: quasi la metà di loro vive interruzioni del supporto anche in corso d’anno. Chiaro come si spezzino rapporti fiduciari tra alunno e docente e l’apprendimento ne risenta, insieme con la stabilità emotiva dell’alunno e delle loro famiglie.
Bachisio Zolo