• HOME
  • ATTUALITA’
  • NOTIZIE UTILI
  • SANITA’
  • CULTURA
  • ECONOMIA E LAVORO
  • SPORT
  • it Italiano
    • en English
    • it Italiano

Cosa fare quando incontri un cieco?

Lo vogliamo chiamare decalogo? Ma sì, è proprio quello che quasi scherzosamente ha realizzato Diverse Abilities, un’organizzazione che «quotidianamente lotta contro le discriminazioni valorizzando la persona» come scrive sul suo disclaimer del sito. E si tratta di informazioni importanti, da conoscere sulla cecità e l’etichetta da impiegare per non essere inopportuni o, peggio, offensivi quando da vedenti, se ne incontra uno.

Innanzitutto e prima di tutto: il bastone bianco indica che chi lo impugna vede male o niente.

Secondo: la maggior parte dei ciechi o ipovedenti col bastone chiamano questo con il suo nome: bastone. Se ne usa uno diverso, allora è quello che preferisce. E da ricordare come il bastone sia una estensione del soggetto che porta e rappresenta libertà e indipendenza da parte di chi lo usa.

Terzo: il linguaggio ha la sua importanza, come è ovvio. Il cieco, spesso, non evita di esprimersi con “ho visto”, “ho letto”. Se lo dice è perché è vero, perché lui lo fa in un altro modo rispetto a un vedente. Diverso se un cieco non le usa e anzi gli dà fastidio sentirsele dire. Allora è meglio evitare.

Quarto: quando si vede un cieco con il bastone e questi si trova in una situazione di pericolo (un’auto, una bicicletta, un monopattino che si avvicinano), è inutile gridare “attento/a”. Meglio dire subito di che tipo di pericolo noi ci stiamo avvedendo e indicare anche quale soluzione adottare.

Quinto: evitare di toccare, saltare o spostare il bastone bianco di qualcuno perché questo rappresenta un pericolo per la sua sicurezza.

Sesto: evitare assolutamente di afferrare, tirare o spingere qualcuno che è cieco perché a nessuno piace di essere afferrato o toccato dagli estranei. È più utile usare le parole.

Settimo: evitare di agitare mani, dita davanti al viso del cieco come per accertarsi che lo sia realmente. È ritenuto davvero irriguardoso e maleducato.

Ottavo: evitare “disabilità visiva” oppure “disabili”. Sono due termini che implicano una negatività, una diminuzione. A meno ché non sia lo stesso diretto interessato a preferirlo.

Nono: quando si danno indicazioni per strada è meglio cercare di essere precisi, tipo “cammina per circa trenta metri nella direzione in cui sei rivolto e poi….”

Decimo: quando si saluta è certamente escluso farlo con un cenno della mano. Un ciao o un buongiorno vocale aiuta ad aprire una connessione, riconoscere l’interlocutore e, nel caso chiedere aiuto, indicazioni.

Bachisio Zolo

Lascia un commento Annulla risposta

  • Cookies
  • Disclaimer
  • Chi siamo
  • Home
  • Attualità
  • Notizie utili
  • Sanità
  • Cultura
  • Economia e Lavoro
  • Sport

Cittadinanza Sociale © 2021 Tribunale di Cagliari 04/2021

Direttore Responsabile: Gian Luigi Pala
Condirettore: Bachisio Zolo

Sito implementato e ottimizzato con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna di cui alla L.R. del 6 DICEMBRE 2019, N. 20 – art. 4 comma 15.