Il medico per i clochard introdotto in Emilia e in Puglia: un servizio per i più deboli

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In Emilia Romagna il medico di base ora anche per i clochard,. Si tratta di una disposizione contenuta nella legge regionale del luglio 2021 della Regione Emilia Romagna e fatta propria qualche mese dopo dalla Puglia dove si garantisce anche a chi vive per strada il diritto di avere un medico di base e poter prenotare visite ed esami anziché doversi rivolgere solo ai Pronto soccorso degli ospedali. «Si tratta di una scelta di giustizia sociale» commenta la vicepresidente della Regione Emilia Romagna Elly Schlein, titolare del Welfare «perché estende i diritti e combatte le diseguaglianze sapendo come il benessere degli altri, dei più fragili, è anche il nostro». Fino a ora e come anche nel resto d’Italia, chi era privo di una residenza non poteva curarsi perché non poteva accedere al medico di fiducia se non rivolgendosi nei pronto soccorso. Una chiara ingiustizia oltre che un vulnus potenzialmente pericoloso come si è ben compreso nel corso della pandemia: gli homeless sono spesso persone cadute in disgrazia o che non hanno la possibilità di avere un tetto sopra alla testa per questioni economiche e sociali. Gli homeless alias clochard sono un fenomeno molto diffuso soprattutto nei grandi centri urbani. Si tratta di persone che hanno pure famiglia, spesso anche figli, amicizie, sono pensionati con assegni al minimo, imprenditori falliti: ma sono comunque a tutti gli effetti parte della comunità. Come tali, perché non riconoscere loro i medesimi diritti degli altri cittadini? E si badi bene che non si aumentano certo i costi sanitari perché a ben guardare, gli accessi al Pronto Soccorso hanno costi ben più alti rispetto quelli che garantiscono l’assistenza sanitaria di base a tutti. «Grazie alla legge regionale voluta dai consiglieri della maggioranza dell’Emilia-Romagna» continua l’assessore Elly Schlein, «siamo la prima Regione italiana ad approvare una previsione di questo tipo e così ora gli homeless a seguito della segnalazione dei servizi sociali possono iscriversi alle liste Asl e avere un medico di base di propria fiducia, prenotare esami e visite specialistiche». Leggendo dell’iniziativa romagnola emiliana sorge spontanea la domanda: e in Sardegna, si può pensare di valutare una simile opportunità e possibilità?

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