Metodo Maris, l’artemultisensoriabile

Si chiama “Metodo Maris” ed è una forma d’arte multisen­soriale in grado di rendere accessibili i dipinti anche alle persone con disabilità visiva. A ideare il rivoluzionario me­todo è l’artista giapponese Liku Maria Takahashi con lau­rea all’università di Tokio.

In pratica il “Metodo Maris” viene definito come una sor­ta di “braille della pittura” perché oltre alle forme e con­torni consente di apprezzare anche colori e persino sfuma­ture delle opere. Come è pos­sibile? L’opera viene realizza­ta utilizzando sabbia in dieci granulometrie corrispondenti ad altrettanti colori e fragran­ze corrispondenti ad altret­tanti valori di luminosità cro­matica e intensità olfattiva: più grande è la granulometria della sabbia e più è scura la tonalità del colore ad essa as­sociata. Non basta: a ciascuna tonalità è abbinata anche una specifica fragranza.

Il progetto era stato avviato nel 2010 con la pubblicazione della “Maris World Standard Table” e successiva esposizio­ne di opere nelle diverse isti­tuzioni americane e mondiali diffondendone così l’utilizzo della tecnica. In Italia questo metodo è stato presentato recentemente a Torino al Mu­seo tessile di Chieri in occa­sione della mostra “Il Metodo Maris: sinestesie d’arte per abilità differenti”. Nell’occa­sione sono state esposte due delle famose Zebre, la Maris World Standard Table e alcu­ne bandiere del National Ma­ris Flag Project che avevano consentito di rappresentare le bandiere di tutte le Nazioni del mondo comprese quelle della Nazione dei Rifugiati che ha gareggiato alle olim­piadi di Rio nel 2016 e a quelle di Tokyo nel 2020. Un origi­nale quanto utile metodo in grado di valorizzare il talento degli artisti nelle sue molte­plici espressioni.

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