Lo sport come scuola di vita

Murtas

Intendo utilizzare questo nuovo strumento per favorire la divulgazione dello sport praticato dai disabili. Ritengo la sua pratica capace di facilitare e incoraggiare la socializzazione e l’inclusione. Ciò avviene attraverso la condivisione di interessi e scopi comuni aggiunto il sostegno reciproco necessario tanto negli sport di squadra sia in quelli individuali. Questo aspetto può ricoprire addirittura finalità terapeutiche in particolar modo per i soggetti che tendono all’isolamento e vivono il disagio in maniera esclusivamente intima e non sociale. A questo proposito vorrei sottoporvi la mia esperienza personale: dopo aver perso la vista, trovai l’unica distrazione e rifugio nella pesca sportiva che da sempre ho coltivato con grande volontà e passione nonostante le grandi difficoltà incontrate. Per farla breve, mi sono buttato a capofitto in questa disciplina sportiva dedicandomi anche all’agonismo partecipando a varie competizioni locali, nazionali e internazionali tra i normodotati. In questo contesto ho partecipato persino al campionato del mondo di surf casting svoltosi in Francia nel lontano 1989 riuscendo a conquistare la medaglia d’argento individuale. Aggiunte le soddisfazioni agonistiche, l’attività sportiva mi ha permesso di viaggiare in tutto il mondo conoscendo centinaia di persone con le quali ancora oggi mantengo splendidi rapporti di amicizia. Perché proprio l’attività fisica in generale (insieme a una corretta alimentazione) è considerata uno dei principali fattori di salute e benessere. La persona disabile potrà ottenere il massimo del beneficio dall’attività sportiva indirizzandosi verso la disciplina più adatta sia alle sue inclinazioni personali, sia al suo tipo di disabilità.

Claudio Murtas socio e componente del Cda di Ierfop Onlus

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