È allarme per la recrudescenza dei reati minorili

Il 6,5 per cento dei minorenni italiani fa parte di una banda, il 16 per cento ha commesso atti vandalici e tre ragazzi su dieci hanno partecipato a una rissa. I dati provengono dall’Osservatorio nazionale sull’adolescenza istituito presso il Ministero per la famiglia guidato dalla ministra Elena Bonetti. Tra i reati più diffusamente commessi dagli adolescenti risultano danneggiamenti, furti e ricettazioni, rapine ed estorsioni, risse e lesioni, diffusioni di immagini pornografiche sui social. A dare questo tipo di fotografia sociale è il procuratore capo dei minori di Brescia Giuliana Tondino, nella sua relazione all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Molto spesso gli autori di questi delitti hanno deficit cognitivi non riconosciuti o riconosciuti tardivamente oppure hanno problemi psichici mai riconosciuti e mai curati. Sono ragazzi con deficit educativi o gravi problemi in famiglia riconosciuti troppo tardi e non efficacemente fronteggiati.

Ragazzi bocciati precocemente o che presto abbandonano la scuola e i libri senza poter contare su un regolare inserimento nel mondo del lavoro. Dunque, prima che a un fenomeno criminale si è davanti a un fenomeno sociale da contrastare, certo, anche penalmente, ma con evidente efficacia limitata essendo concentrata sul singolo soggetto autore di reato. Una sempre più accentuata percentuale di adolescenti e giovani si trovano attualmente senza studi, senza lavoro e così proprio nel branco della baby-gang viene trovato l’orgoglio dell’appartenenza e, spesso, la voglia di riscatto con tanto di fuga da un presente senza prospettive sconfinando nella violenza contro persone e cose. Insomma, va anche bene la pena giudiziaria ma il problema potrebbe non risolversi ma addirittura aggravarsi.

Dai dati diramati dal Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, raccolti e presentati lo scorso giugno dalla cooperativa sociale Arimo, gli ingressi di minori e giovani adulti negli Istituti penali per i minorenni in Italia nel 2020 sono risultati circa 30.000 denunciati e 713 reclusi. Il furto è il reato più commesso, seguito da spaccio e detenzione di stupefacenti e lesioni alle persone. Chi è riuscito a evitare la reclusione è in attesa di giudizio oppure è sottoposto a misure alternative alla detenzione. Il tasso di recidiva per chi sconta la pena interamente in carcere è superiore al 60 per cento mentre nel caso delle misure alternative, invece, non supera il 20 per cento. 

Emanuele Boi

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