La Legge 104/92 compie trent’anni. Come è nata e quale rivoluzione ha portato

Lo scorso 5 febbraio si è celebrato il trentesimo anniversario della Legge 104/92 nata come Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità e le loro famiglie.

Salvatore Nocera, attuale presidente del Comitato dei Garanti della Fish (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), nel sostenere l’importanza della celebrazione di questo anniversario «poiché serve a far conoscere alle nuove generazioni di studenti e docenti come nasce una legge dal basso e come essa cresce con l’applicazione e gli interventi correttivi della Magistratura e del Legislatore», ha ricostruito il contesto culturale e politico che, nel 1992, portò alla promulgazione della Legge 104.

Bisogna tenere a mente che in Italia, così come nel resto del mondo, le persone con disabilità dovevano frequentare delle scuole speciali per soli portatori di handicap e, quei pochi che ci riuscivano, a lavorare in “laboratori protetti”.

Uno dei primi risultati ottenuti a tutela e sostegno delle persone disabili fu ottenuto nel 1968 con l’approvazione della Legge 482 sul diritto alla riserva di percentuali di posti per le assunzioni di lavoratori con disabilità (diventato “collocamento lavorativo mirato” con la Legge 68/99). È proprio questa legge a costituire le basi per la Legge quadro sull’assistenza economica delle persone con disabilità (Legge 118/71).

Oltre alle lotte per i diritti dei lavoratori e la mobilitazione contro la guerra in Vietnam, in quegli anni si venne a creare la “contestazione studentesca” che chiedeva un rinnovamento del sistema scolastico. Grazie al sostegno di diverse anime della società civile si venne a realizzare, tra il ‘68 e il ‘70, il deflusso di studenti disabili dalle scuole speciali verso le scuole “comuni”.

Nel 1974 il Parlamento ha discusso la “Carta fondativa dell’integrazione scolastica” (elaborata da una commissione istituita dalla sottosegretaria di Stato Falcucci). Votando, nel 1976, la Legge 360, si riconosceva agli alunni ciechi il diritto di iscriversi alle «classi ordinarie delle scuole pubbliche», esteso successivamente a tutti gli alunni con disabilità anche per le scuole medie e superiori.

Con la Legge 517/77 si incomincia a parlare di integrazione scolastica prevedendo la figura dell’insegnante di sostegno e coinvolgendo lo Stato e gli enti locali preposti […] secondo le rispettive competenze. Con Sentenza 215/1987 della Corte Costituzionale l’inserimento viene esteso alla scuola materna e superiore.

E sono proprio i princìpi elaborati a seguito di questa sentenza, contestualmente quelli riguardanti altri ambiti della vita delle persone con disabilità a dare origine all’approvazione nel 1992 della Legge Quadro 104.

Emanuele Boi

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