Baskin , lo sport più inclusivo dove avviene una tripla integrazione

Dall’intuizione di Fausto Capellini (docente di educazione fisica), nel 2003 in un istituto scolastico di Cremona è nato il baskin, abbreviazione di basket inclusivo, insieme. Si tratta di una disciplina ispirata al basket e pensata per consentire a ragazze e ragazzi (disabili e non) di giocare nella stessa squadra perché tutti i giocatori vengono messi nelle condizioni di esprimere al meglio le proprie capacità.

Il baskin è infatti considerato uno sport in cui si realizza una tripla integrazione: in primo luogo consente a ragazzi e ragazze di giocare nella stessa squadra, unisce nella stessa squadra giocatori disabili e giocatori normodotati e, infine, accetta la sfida di estendere la partecipazione a ragazzi con diversi tipi di disabilità (fisica e mentale).

Come è possibile la piena inclusività? Questa è realizzabile grazie alle prescrizioni di gioco costituite da 10 regole che vanno a normare i diversi aspetti del gioco. Le partite vengono ospitate in un campo da basket con misure standard ma con la presenza di due canestri in aggiunta, laterali e più bassi, posti trasversalmente sul perimetro a metà campo e con due aree semicircolari divise in settori.

Nel baskin i ruoli dei giocatori sono numerati da 1 a 5 e hanno delle regole proprie. Il ruolo viene definito in base alle competenze motorie dell’atleta e prevedono l’assegnazione di un avversario dello stesso livello. Il pallone utilizzato è il numero 5, usato nel minibasket, ma per i giocatori con il ruolo 1 può essere soggetto a una sostituzione con una palla di dimensione e peso diversi.

È possibile, inoltre, assegnare un tutor, cioè un giocatore della squadra che può accompagnare più o meno direttamente le azioni di un compagno disabile. La partita è suddivisa in quattro tempi da otto minuti ciascuno ed è prevista la presenza di almeno un arbitro. In Sardegna il Baskin ha fatto la sua prima apparizione a Sassari nel 2018 quando si è svolto il primo corso di formazione “Baskin@scuola”. Capellini spiega come in pochi anni la sua creazione abbia avuto una crescita esponenziale: «dalla prima partita, svoltasi tra 10 alunni, si è giunti nel 2018 a quasi 15 000 studenti (dagli 8 ai 18 anni) che si sono sfidati in tornei di Baskin in numerose scuole, dalla Sicilia alla Valle D’Aosta». Nel 2017, il Miur ha firmato un protocollo d’intesa con l’Associazione Baskin per lo sviluppo di questa disciplina sportiva nel mondo scolastico. Le scuole interessate possono rivolgersi all’Associazione per poter organizzare incontri formativi. Parallelamente, il Baskin si è sviluppato anche al di fuori della scuola quando nel 2006 viene costituita l’Associazione Baskin e nel 2017 si è organizzato il terzo Campionato Nazionale. Nell’ottobre del 2018 si è svolto anche il primo Campionato Europeo con squadre dalla Francia, Spagna, Grecia e Lussemburgo”.

Emanuele Boi

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