Dalla guerra ucraino russa effetti negativi per l’economia sarda
Il conflitto ucraino-russo sta amplificando gli effetti della crisi post-pandemica in Sardegna. Nella nostra isola sono oltre 30 mila le imprese sotto pressione con un coinvolgimento di circa 95mila addetti.
È questo l’allarmante dato che emerge dal report «Imprese in prima linea per l’impatto della guerra nel centro Europa» dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna.
A incidere particolarmente sono il rincaro delle materie prime, dell’energia e dei carburanti (per esempio gas, petrolio, alluminio, grano) ma anche il rallentamento dei flussi turistici.
Secondo la maggiore organizzazione italiana dell’artigianato e della medio e piccola impresa, sono quasi due quinti (37.6 per cento) degli occupati del sistema produttivo sardo a subire le ripercussioni della guerra in corso. Si parla, nello specifico, di 30.175 imprese, la quasi totalità con meno di 50 addetti (oltre quattro quinti occupati in Mpi – medie e piccole imprese).
I dati, analizzati a livello provinciale, consentono di individuare a Nuoro (42 per cento) il più alto coinvolgimento del sistema produttivo nei settori in maggior misura sotto stress a causa del conflitto, seguono Sassari (41 per cento) e il Sud Sardegna (40.4 per cento).
Più colpiti i settori ad alta intensità energetica ( tra cui metallurgia, petrolchimica, carta, vetro, ceramica e trasporti). Ed è proprio in questi comparti, secondo Confartigianato, che il divario tra costi e ricavi diventa insostenibile, costringendo al fermo delle attività. Il rischio è quello di un lockdown energetico, dopo quello sanitario, riguardante 762 Pmi con 2.669 addetti.
A gravare sulla situazione delle imprese, inoltre, il caro-carburante e le carenze di materie prime, che coinvolgono rispettivamente 2.981 Mpi (10.815 addetti) e 15.477 Mpi (41.189 addetti).
Infine le ripercussioni sul turismo, settore duramente provato già durante l’emergenza sanitaria. Tra le sanzioni imposte alla Russia per il conflitto, infatti c’è anche quella del blocco dei vacanzieri.
Se le conseguenze provocate dall’assenza dei viaggiatori russi sono differenziate sul territorio, va evidenziato che la Sardegna, con 10.947 Mpi nell’alloggio e ristorazione (impiegando 40.247 addetti) è la regione in cui la spesa dei turisti russi, in rapporto all’economia del territorio, è più elevata.
Emanuele Boi