I Suoni di Luce di Cristobal Rojos Basso e la sua orchestra di non vedenti

Il direttore d’orchestra Cristobal Basso

L’Orchestra Sonidos de Luz (Suoni di luce) è composta da musicisti non vedenti o ipovedenti, ex allievi della Fundación Luz in Cile ed esegue un repertorio vario che comprende un repertorio jazz, tango, bossa nova, folk e musica popolare.

A dirigere l’orchestra è Cristobal Rojos Basso, anche lui non vedente di origini italiane e finalista, nell’anno 2021 del Global Teacher Prize (un premio internazionale assegnato annualmente a un insegnante, di qualsiasi materia e di qualsiasi nazionalità distintosi nel suo lavoro).

Rimasto orfano di madre a 9 anni è cresciuto ascoltando la nonna materna suonare il pianoforte senza che potesse vedere i tasti avendo perso la vista.

Cristobal Basso mentre riceve il premio

La svolta per Cristobal arriva nel 2015: a soli 28 anni viene, infatti, chiamato a dirigere l’orchestra Sonidos de Luz (orchestra che fa parte della Fundación Luz per cui Basso lavora) dovendosi inventare un metodo per dirigere.

«Le tecniche per la direzione d’orchestra sono tutte visive. I direttori muovono le mani, ci sono le espressioni facciali, i movimenti del corpo e della bacchetta» spiega Basso, «cominciai a pensare alla maniera di trasformare tutto questo visuale in elementi sonori».

Basso ha trovato la soluzione e adesso vuole sistematizzare il tutto per brevettare il metodo. 

«Il codice che io e i musicisti utilizziamo, permette la perfetta esecuzione dei pezzi suonati, senza che il pubblico si accorga di nulla» racconta Cristobal.

Ma in cosa consiste questo codice? Il direttore comunica con l’orchestra attraverso degli anelli metallici del tamburello messi al piede con un elastico. In questo modo dà l’attacco e la chiusura dei pezzi dando anche il via al solista. Essendo pure musicista, utilizza anche il suo strumento, ovvero le corde del basso così da segnalare i cambi di ritmo o il finale di una sezione.

I musicisti (tutti in una fascia d’età compresa tra i 18 e i 30 anni) studiano i pezzi, più in generale la musica, grazie ad appositi manuali in braille ma «il loro elemento per imparare davvero è l’orecchio» spiega Basso, «perché negli anni ho notato due differenze tra i due tipi di persone con disabilità visive: quelli che nascono ciechi e quelli che lo diventano nel corso della vita. Il primo ha capacità uditive impressionanti, dato che hanno imparato a ricreare tutto in base all’udito. Anche i secondi sviluppano una notevole abilità ma è nella musica che emerge la differenza. Questi ultimi, infatti, hanno dentro una malinconia, un blues, come un lutto per la perdita che, al momento dell’improvvisazione, viene fuori con una forza emotiva impressionante».

In conclusione, il direttore d’orchestra, racconta la mission della Fondazione Luz: «nata nel 1924 per dare un tetto e servizi basici ai non vedenti abbandonati, con il tempo è diventata una scuola per non vedenti. Insegniamo a quanti hanno perso la vista come adattarsi alla nuova realtà utilizzando il bastone, l’alfabeto braille nozioni di orientamento, e questo a qualsiasi età».

Emanuele Boi

2 commenti

  • Maria luisa papale says:

    Stupefacente vi adoro io conosco il braille da vedente in quanto madrina di un giovane non vedente che molto abile anche in musica il mio nome e luisa papale e la mia pe mail e Maria luisa .papale@ libero.it sarò lieta di ricevere nuove vostre notizzjie

  • Maria luisa papale says:

    Stupefacente vi adoro io conosco il braille da vedente in quanto madrina di un giovane non vedente che molto abile anche in musica il mio nome e luisa papale e la mia pe mail e Maria luisa .papale@ libero.it sarò lieta di ricevere nuove vostre notizzjie

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