28 aprile, celebrazione de Sa Die de sa Sardigna
Il 28 aprile si celebra Sa Die de sa Sardigna. È la festa del popolo sardo istituita dal Consiglio regionale della Sardegna il 14 settembre 1993 per ricordare i cosiddetti “Vespri Sardi” ovvero l‘insurrezione popolare del 28 aprile 1794 quando vennero allontanati da Cagliari i Piemontesi e il viceré Balbiano in seguito al rifiuto del governo torinese di soddisfare le richieste dell’isola titolare del Regno di Sardegna.
Dopo due anni di pandemia e le ben note restrizioni ora ritornano in presenza tutta una serie di appuntamenti che spaziano dalle rievocazioni storiche alle celebrazioni religiose e istituzionali. Si comincia alle 9.30 alla Cattedrale di Cagliari con la Santa Messa officiata dall’arcivescovo Giuseppe Baturi. Alle 10 a Sa Manifattura, in Viale Regina Margherita a Cagliari, primo appuntamento con l’esecuzione solenne dell’inno “Procurade ‘e moderare Barones, sa tirannia” a cura del Coro Carrales e a seguire la manifestazione di rievocazione storica de Sa Die de Sa Sardigna.
Dalle 10 alle 13 e nel pomeriggio dalle 15 alle 19.30 si tengono i banchi didattici sul periodo Nuragico (oggetti di vita quotidiana, monili, bronzetti, archeologia sperimentale con telaio, fattura del pane timbrato con le pintadere, mostra di abbigliamento civile e militare, armi e armature) e Giudicale (sartoria e moda con riproduzione dell’abito di Mariano IV, riproduzione di testi biblici e del celebre trattato noto come Flos Duellatorum, armi e armature, strategia militare con focus sul conflitto tra Arborea sotto il controllo del giudice Mariano IV e Aragona, scherma con dimostrazioni, dimostrazioni di tiro con l’arco, produzione di pergamene). Un banco didattico viene riservato anche al 1700. Spazio anche all’allestimento e mostra del vestiario militare in utilizzo tra sardi e piemontesi con spiegazione dettagliata del vestito originale di fine ‘700 della Corte Sabauda in Sardegna e dei vestiti miliziani. In esposizione previste anche le armi originali del periodo, sia quelle in dotazione ai sardi (cannetta sarda a pietra focaia assemblata a Tempio-Pausania, leppa de ghinzu, forche in ferro in dotazione ai meno abbienti dell’epoca) sia le armi in dotazione ai piemontesi (fucile a pietra focaia con baionetta -1790-1812, pistola di cavalleria del 1770, sciabole da dragone fine ‘700; pistolone a tromba.
In chiusura di giornata, la Storia diventa musica nella fascia serale con “Sa die de s’acciappa”, ovvero una gara di poeti improvvisatori in programma dalle 19.30 alle 20 che diventa anche spettacolo teatrale con la rappresentazione della “emozione” del 28 aprile 1794 dalle 20.30 alle 22.