La bellezza nasce dalla consapevolezza: in corso il laboratorio di make-up per disabili della vista

Il corso di make-up base si conclude il 30 maggio. A organizzarlo sono l’ente di formazione Ierfop Onlus Cagliari in collaborazione con l’Anpvi (Associazione Nazionale Privi della Vista e Ipovedenti) di Cagliari.

Il contenuto del Progetto

Il progetto, della durata di venti ore complessive, vede coinvolte dieci giovani donne tutte con disabilità visiva e tutte impegnate nel mettersi alla prova con creme, ombretti, fard e nozioni di estetica di base guidate dalla docente Rossella Muscas. Titolare del centro estetico “Rossella Estetica e Benessere” in via Cornalias, 45 a Cagliari, per tutta la durata del corso viene affiancata dalla co-docente Anna Maria Biosa.

La classe delle partecipanti

La classe, variegata sia per età che per grado di disabilità visiva, si è dimostrata fin da subito entusiasta e domande e curiosità hanno trovato spazio in un clima positivo e coinvolgente. Le lezioni si svolgono nella sede dell’associazione Pianeta Persona in via Adamello 12 a Cagliari e vedono tutte le partecipanti impegnate per tre ore la settimana nell’apprendimento di tecniche come l’armocromia, ovvero saper scegliere i colori in base ai diversi tipi di incarnato, nozioni di trucco da giorno e da sera, applicazione e rimozione di prodotti per il make-up.

Obiettivo del Progetto

«L’obiettivo del corso» spiega il presidente Ierfop Roberto Pili, «è fornire alle allieve, insieme alle conoscenze di base dell’estetica, una maggiore consapevolezza del proprio viso così da valorizzarlo al meglio».

Finalità del corso

«Tutti gli incontri» sottolinea il direttore della formazione Ierfop Bachisio Zolo, «diventano un’occasione di socializzazione perché le partecipanti condividono dubbi e difficoltà legate alla disabilità visiva e insieme scoprono come l’atto di truccarsi non coinvolga esclusivamente la vista ma bensì tutta la sfera sensoriale in un percorso che abbraccia la femminilità e sposta il focus sul sentirsi bene con sé stesse insieme alla valorizzazione della diversità».

Roberta Gatto

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