“Nel buio, i colori” nella mostra di pittura di Andrea Ferrero

Una pittura di Andrea Ferrero

Sabato 18 giugno, alle 18:30, nella sede Ierfop di via Platone a Cagliari si inaugura la mostra di pittura “Nel buio, i colori” dell’artista Andrea Ferrero.

L’inaugurazione si svolge alla presenza del presidente Ierfop Roberto Pili e del direttore della formazione Bachisio Zolo. Le opere e il percorso artistico di Ferrero saranno invece illustrate da Marcella Serreli già direttrice della Pinacoteca Nazionale di Cagliari.

La mostra è visitabile fino al 25 giugno e rappresenta la seconda iniziativa promossa nell’ambito del “Festival Altre Visioni” ideato e promosso dall’ente formativo Ierfop. Obiettivo del Festival infatti è quello di promuovere artisti non vedenti e ipovedenti provenienti dall’isola e dall’intero territorio nazionale contribuendo così a far ribaltare al pubblico lo sguardo sulle persone disabili.

L’arte come opportunità e inclusione

«Il successo del primo evento conferma come iniziative di questo genere, uniche in Italia, rappresentino un’opportunità per sensibilizzare la Comunità» afferma il presidente Ierfop Roberto Pili, «ed è la dimostrazione di come i limiti fisici possono essere superati attraverso la sperimentazione delle potenzialità del corpo e dei sensi attraverso il loro potenziamento».

Bachisio Zolo, direttore della formazione Ierfop, mette in evidenza la potenza inclusiva dell’arte: «la mostra è un’occasione per indagare i meccanismi della visione e la connessione tra senso e sensi, tra immagine e immaginazione e questo perché esistono tanti modi diversi di vedere e tanti modi di essere differenti».

Andrea Ferrero

L’artista

Andrea Ferrero, 51 anni cagliaritano, ha perduto completamente la vista nel 2010 a causa della retinite pigmentosa. Lavora in un centro di ricerca e si occupa di divulgazione sui temi dell’accessibilità specie in campo artistico e museale. Cura una trasmissione su Radio X (emittente radiofonica che trasmette in tutta la Sardegna da Cagliari), pratica attività sportiva e pittura.

«Ho iniziato con i pennelli ma dopo le prime lezioni ho cominciato a usare le mani perché in questo modo riesco a trovare più facilmente le giuste coordinate» racconta Ferrero il quale aggiunge come, «grazie alla pittura ho potuto riscoprire l’universo dei colori e riaccendere quella che ormai era diventata una memoria residua degli stessi».

Emanuele Boi

Lascia un commento