A Genova ennesimo caso di maleducazione verso le persone disabili

Ancora una volta alla stazione di Genova si registra un grave episodio di maleducazione e discriminazione a scapito di una persona con disabilità. Lo scorso aprile, infatti, una comitiva di 27 persone disabili è stata costretta a scendere dal treno poiché dei turisti avevano occupato i posti riservati rifiutando di farli sedere.

La vicenda

Questa volta a essere vittime della maleducazione sono stati Maria Tarzia e il figlio di cinque anni affetto da autismo.

Diretti in treno a Brignole, frazione del comune ligure di Rezzoaglio, si sono recati nelle carrozze con posti riservati a disabili trovandoli però occupati da due persone e le loro biciclette.

All’invito della madre del ragazzo di cedere i posti a loro riservati, i due hanno opposto un netto rifiuto arrivando a dichiarare come il figlio (affetto da autismo e iperattività) non fosse disabile ma maleducato.

L’intervento del capotreno

A sbloccare la situazione c’è voluto l’intervento del capotreno. Informatosi su quanto stava accadendo, a quel punto il capotreno ha richiesto alla donna di mostrare i documenti che certificassero la disabilità del figlio. Documenti che la donna aveva con sé e che ha mostrato senza problemi.

La donna e il figlio disabile hanno così potuto godere del loro diritto solo dopo che è stato esibito il certificato di invalidità. Visionato il documento infatti, il capotreno ha fatto lasciare i posti riservati ai disabili alle due persone che li occupavano in modo irregolare.

Non comprendere i diritti

La maleducazione già precedentemente mostrata dalla coppia di ciclisti non si è comunque limitata alla mancata cessione dei posti perché i due si sono allontanati arrivando a pronunciare frasi quali: «perché uno è disabile, allora deve essere privilegiato?». Vaglielo a spiegare.

Emanuele Boi

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