Sono 143.000 le persone con disabilità sfollate dall’inizio del conflitto in Ucraina
Oltre 143mila persone con disabilità sono state sfollate dall’Ucraina nel corso della guerra successiva all’aggressione della Russia. Il dato è emerso alla Conferenza degli Stati Parti della Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità tenutasi il 14 giugno scorso al Palazzo delle Nazioni Unite. Nell’occasione si è parlato anche dell’inaccessibilità dei rifugi e anche di quella relativa alle informazioni utili, della mancanza di accesso al cibo, dei gravi problemi di evacuazione dei bambini e delle bambine con disabilità e del fatto che le persone ucraine con disabilità riparate in altri Paesi vengono spesso segregate in istituti residenziali.
Secondo l’ambasciatore ucraino alle Nazioni Unite Sergiy Kyslytsya, l’aggressione russa contro il suo Paese ha costituito la più grande crisi umanitaria in Europa dalla seconda guerra mondiale. E i numeri presentati parlano di due milioni e 700mila persone con disabilità.
Il relatore speciale all’Onu per i Diritti delle Persone con Disabilità Gerard Quinn ha denunciato la situazione di attuale impunità per gli autori di crimini contro l’umanità e in particolare proprio contro le persone con disabilità. Un prossimo rapporto è stato preannunciato per far sì che la Convenzione Onu venga integrata alle linee guida di risposta alle emergenze.
Le testimonianze
Tra le più drammatiche testimonianze, quella di Larysa Bayda della Napd (l’Assemblea Nazionale delle Persone con Disabilità dell’Ucraina). Oltre a riferire le numerose violazioni di diritti umani affrontate dagli ucraini con disabilità ha anche reso noto come le organizzazioni presso le quali vengono ospitate queste persone sono esse stesse oggetto di bombardamenti. Successivamente Dariya Herasymchuk, consigliera del Commissario Presidenziale per i Diritti e la Riabilitazione dei Bambini ha parlato di «situazione drammatica» nella quale questi ultimi versano. «I bambini e le bambine con disabilità» dichiara, «sono letteralmente traumatizzati e non hanno accesso all’assistenza sanitaria. Mancano inoltre opportunità di evacuazione».
Positiva, per altro, l’informazione concernente la creazione di una banca dati di persone ucraine che cercano rifugio al di fuori del Paese: questo permetterà di tracciare tutti i minori con disabilità.
A far tuttavia da contraltare a questa notizia, le parole di Mariia Karchevych, viceministra ucraina della Salute, per lo Sviluppo Digitale, la Trasformazione Digitale e la Digitalizzazione.
La mancanza di dati
L’amministratrice ha evidenziato «l’attuale impossibilità di sapere quante persone con disabilità si trovino in città e villaggi occupati e distrutti». Ha inoltre ricordato la necessità di sostenere le persone con disabilità sfollate all’interno del Paese menzionando programmi attivi per sostenere l’occupazione e fornire supporto psicologico.
Gli obiettivi futuri
La consigliera speciale degli Stati Uniti per i Diritti Internazionali delle Persone con Disabilità Sara Minkara sottolinea l’importanza di coinvolgere e includere le persone con disabilità in misure a breve e lungo termine. «Le crisi» afferma, «devono essere affrontate a diversi livelli, dalla pre-pianificazione alla risposta, alla costruzione della pace e alla ricostruzione. Le persone con disabilità», conclude, «devono essere coinvolte in tutte le fasi del processo e se questo verrà fatto correttamente, ricostruire il Paese potrebbe essere un’opportunità per una migliore inclusione, muovendosi verso la vita di comunità e garantendo l’accessibilità a tutti».
Bachisio Zolo