Siti web inaccessibili in Italia per le persone con disabilità
Ben il 97 per cento dei siti web in Italia risultano inaccessibili alle persone con disabilità. A fornire questo dato è Founder, la piattaforma tecnologica Unguess che ha anche pubblicato i quattro step necessari per adeguarsi a nuove linee guida e fornire i propri prodotti o servizi digitali in maniera completamente accessibile e inclusiva. Ciechi, ipovedenti, non udenti, daltonici, epilettici, utenti che non possono utilizzare il mouse sono coloro che vengono maggiormente penalizzati nell’utilizzo del web.
Le funzioni a disposizione
E tutto questo nonostante siano previste numerose funzioni che garantiscono a un sito web la perfetta fruizione da parte degli utenti disabili. Per fare qualche esempio, ci sono la grandezza dei font (il carattere tipografico), gli strumenti di lettura semplificata o assistita e il “tag alt” (un comando che consente di assegnare un testo alternativo, solitamente una descrizione all’immagine. Se si utilizza uno screen reader o ci sono difficoltà nel caricamento dell’immagine, il testo alternativo rende possibile capire cosa si sta osservando).
Limiti, dunque che non tengono in conto come in Italia, secondo i dati Istat, le persone con disabilità arrivano a circa tre milioni. E considerando l’intera Unione Europea il numero sale a 87 milioni.
Le barriere sul web
Anche sul web ci sono numerose barriere per l’accesso ai prodotti e servizi in cui le persone disabili possono incorrere. Questo fattore si è potuto constatare durante l’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19. Si pensi alle procedure necessarie per accedere ai servizi digitali come ad esempio la prenotazione dei vaccini o le procedure necessarie per scaricare il certificato di vaccinazione.
Quattro passaggi per migliorare l’accessibilità
Secondo Luca Manara, fondatore di Unguess (una piattaforma tecnologica che offre supporto alle aziende specie nella fase di processo decisionale) sono quattro i passaggi che consentono a un’azienda di realizzare un sito web pienamente accessibile.
- Formazione dedicata al team di produzione: l’accessibilità riguarda sia i designer (figura che si occupa della progettazione) che gli sviluppatori. Questo consente di essere pronti alle future esigenze di produzione ma anche di ottimizzare i prodotti già esistenti;
- Testare i prodotti digitali, ovvero verificare la possibilità di utilizzo da parte del maggior numero di utenti possibile senza distinzioni e discriminazioni. In questa fase, inoltre, si valuta la conformità alle linee guida per l’accessibilità dei contenuti web;
- Remediation (correzioni): rimuovere le barriere di accessibilità per i disabili identificate nella fase di test;
- Crowdtesting (test di massa): in questa fase è direttamente l’utente a testare l’usabilità del prodotto. Il fatto che siano gli utenti reali a compiere il processo di test permette di accertare l’efficacia del prodotto.
Emanuele Boi