Milano e Genova, test con successo sul prototipo di retina liquida

L’ Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Irccs) di Milano e l’Ospedale Policlinico San Martino di Genova hanno concluso con successo i test del prototipo di retina liquida negli stadi avanzati di retinite pigmentosa.

Gli esiti ottenuti dal gruppo di ricercatori nella fase di sperimentazione dimostrano l’efficacia del modello di retina artificiale liquida anche negli stadi più avanzati e irreversibili della degenerazione retinica causata dalla retinite pigmentosa. Si tratta di una patologia genetica che può portare alla cecità.

Questi risultati consentiranno, intorno al 2025-2026, di poter condurre i primi test sugli esseri umani.

Lo studio Nanosparks

I test preclinici, cioè quelli svolti prima della sperimentazione sull’uomo, sono stati condotti su modelli sperimentali che presentano condizioni uguali a quelle di un essere umano nelle fasi più avanzate della retinite pigmentosa. Quindi, oltre ad essere del tutto priva di fotorecettori, la retina presenta rilevanti  alterazioni dei neuroni che convogliano il segnale al nervo ottico.

Se nei modelli preclinici sperimentali la corteccia visiva (cioè la parte del cervello addetta alla visione) è completamente silente, in seguito all’iniezione della retina liquida si registrano segnali fisiologici e il riattivarsi della corteccia visiva.

La retina liquida

La retina liquida è un modello di retina artificiale ad alta risoluzione. È costituita da una componente acquosa in cui sono sospese nano particelle polimeriche foto attive che prendono il posto dei fotorecettori danneggiati.

La natura liquida della protesi assicura approcci meno traumatici e più brevi: l’intervento consiste infatti in microiniezioni direttamente sotto la retina dove, le nano particelle, restano intrappolate prendendo il posto dei fotorecettori degenerati.

Emanuele Boi

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