Differenze tra menomazione, disabilità e handicap: parliamone

Tre concetti simili ma diversi nella sostanza. Ai quali se ne aggiunge un quarto: quello dell’invalidità. Eppure questi termini sono diversi tra di loro. A mettere un po’ di ordine ci ha provato l’Organizzazione mondale della Sanità (Oms). Nel 1980 ha pubblicato proprio la Classificazione Internazionale delle Menomazioni, delle Disabilità e dell’Handicap (Icidh). Una ventina di anni dopo ha corretto il tiro rivedendo i significati connessi alla disabilità. Cerchiamo di capire, a questo punto, la differenza tra menomazione, disabilità e handicap.

Che cos’è la menomazione
Per menomazione si intende qualsiasi tipo di perdita o di anormalità di una struttura o di una funzione fisiologica anatomica o psicologica. Si pensi a chi ha una tetraplegia, cioè una paralisi che, dalla nascita, coinvolge tutti e quattro gli arti e il torso. O a chi ha perso un braccio a causa di un incidente: in questo caso si parla di menomazione acquisita in vita. E ancora: a chi soffre di schizofrenia o di disturbi uditivi, intellettivi, ecc.
In pratica, la menomazione comporta la manifestazione di uno stato patologico e può essere suddivisa in quattro categorie:
– di tipo motorio;
– uditive;
– visive;
– organiche.

Che cos’è la disabilità
La conseguenza pratica della menomazione è la disabilità. Il soggetto disabile è colui che si trova in una condizione di svantaggio personale in ciò che è in grado di fare o meno. Per esempio: una menomazione fisica può comportare una difficoltà di tipo motorio, mentre una menomazione psichica genera una disabilità nelle relazioni con gli altri.
La disabilità può presentarsi dalla nascita o durante la vita, così come la menomazione.

Che cos’è l’handicap
Qui ci troviamo all’ultimo anello della catena. L’handicap è lo stato in cui si trova chi ha una menomazione o una disabilità, che si trova in difficoltà a muoversi autonomamente, che vede compromessa la propria indipendenza nel prendere delle scelte o nel prendersi cura di sé, nel trovare un’occupazione e un’indipendenza economica.
In altre parole, a differenza della menomazione o della disabilità, di handicap si parla solo quando le condizioni esterne rappresentano un ostacolo alla vita della persona, uno svantaggio sociale vissuto a causa delle prime due, cioè della menomazione e/o della disabilità.

Salute e disabilità secondo l’Oms
Nel 2001, l’Organizzazione mondiale della Sanità ha rivisto i concetti sopra espressi partendo da una base scientifica per lo studio della salute e la comprensione della differenza tra disabilità e handicap. L’obiettivo posto era quello di descrivere la salute e la malattia attraverso un linguaggio comune utilizzabile da diverse figure professionali che si rapportano alla disabilità.
Il rapporto dell’Oms definisce la salute come stato di benessere fisico e sociale e non come assenza della malattia. Al contrario, la disabilità viene descritta come una condizione determinata da fattori fisiologici, psichici e sociali. Che, nel momento in cui condiziona la vita del soggetto, diventa handicap.

La differenza con l’invalidità civile
Spesso si fa confusione tra disabilità e invalidità. Diventano sinonimi pur non essendolo, in realtà. Per invalidità si riconosce la riduzione della capacità lavorativa almeno di 1/3 a causa di una menomazione o di una disabilità.
L’invalido civile ha un’età compresa tra i 18 e i 65 anni e ha un deficit che riduce in modo permanente l’abilità al lavoro. Ma può anche essere un minorenne con difficoltà a svolgere i suoi compiti, o un anziano over 65 e al quale deve essere garantita l’assistenza e l’accompagnamento.
In sostanza, un invalido è colui che ha una patologia che influisce sulle sue capacità lavorative. Al fine di essere riconosciuto invalido civile, il cittadino deve seguire una procedura che parte dal certificato del medico di base e che prosegue con la visita di un’apposita Commissione.
Diversa la procedura per il riconoscimento dell’handicap, disciplinato dalla legge 104/92. In questo caso, i beneficiari sono sia la persona interessata sia i suoi familiari, che hanno diritto a permessi retribuiti e ad altre agevolazioni.

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