Maculopatia: causa maggiore di impedimento visivo in età post senile

All’Istituto Gemelli di Roma si sta sperimentando un piccolissimo serbatoio. Inserito chirurgicamente nella parete dell’occhio e caricato di un farmaco che contrasta la maculopatia, ne rilascia così piccole dosi. Una tecnica che permette di allungare il trattamento ogni sei mesi perché il serbatoio può essere riempito con un microago dall’oculista. Negli Usa è stato approvato dalla Fda mentre in Italia si è ancora in Fase 3 della sperimentazione.

I dati

Non si tratta di un problema di pochi. La maculopatia sta infatti diventando un vero problema sociale perché ormai figura come la causa maggiore dell’impedimento visivo in età post senile.

I problemi sulla retina aumentano con l’invecchiamento. Perché? Perché si tratta del tessuto più nobile e sofisticato del nostro organismo dove si trasformano le immagini che vengono catturate in un impulso elettrico che dal nervo ottico vanno al cervello. Negli over 65 i casi di maculopatia stanno progressivamente crescendo.

Le diverse forme di maculopatia

Quando è la forma secca, il tessuto va in consunzione e non è possibile rigeneralo. La forma umida di maculopatia è invece caratterizzata dal fatto che si perde liquido e sangue: su questa forma si effettuano le iniezioni intra-vitreali. Su questa tecnica si sono fatti alcuni passi in avanti in quanto oggi si effettuano trattamenti che durano di più nel tempo: da uno a sei mesi, per intendersi.

Il problema è che il 90 per cento delle maculopatie sono della forma secca. Avendo la retina 8 strati, il trapianto diventa una strada difficile. La ricerca oggi conduce a diverse soluzioni: la prima è un farmaco che agisce contro l’infiammazione e negli Usa uno studio ha dimostrato che può essere promettente. La seconda strada sono “le cellule staminali” e sempre negli Usa, uno studio governativo del Niaid (National institute of allergy and infectious diseases) punta a iniettare le staminali sotto la retina.

Terapie geniche

Ci sono poi le terapie geniche. Si inietta nell’occhio del paziente un virus modificato che porta il gene così da far produrre alle cellule le sostanze che avevano prima della malattia. Quarta via è la retina artificiale impiantata al Policlinico Gemelli di Roma su un paziente 70enne non vedente per una malattia ereditaria della retina.

L’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale oggi è di grandissimo aiuto nella diagnosi. Esistono gli strumenti e gli algoritmi che, attraverso l’esame del fondo occhio, indicano con grande certezza se si è di fronte a una forma umida o secca di maculopatia. Dando così maggiore vantaggio nella terapia da applicare.

Lascia un commento