Prevenire tumori e malattie degenerative: lo studio dell’Aou di Cagliari

Nella foto, da sinistra Germano Orrù e Ferdinando Coghe

Un’alimentazione con più verdure e il giusto apporto di carni è fondamentale per cercare di prevenire tumori come quello al colon retto ma anche patologie degenerative come l’artrite reumatoide e l’aterosclerosi. Sono le conclusioni contenute nello studio “Changes in the oral status and periodontal pathogens in a Sardinian rural community from pre industrial to modern time” (Cambiamenti nello stato orale e patogeni parodontali in una comunità rurale sarda dal periodo preindustriale a quello moderno) pubblicato sull’importante rivista scientifica internazionale Nature Scientific Reports.

La ricerca è stata condotta dal gruppo appartenente ai laboratori di Biologia Molecolare e di Analisi chimico cliniche e microbiologia dell’Aou- Cagliari. Lo studio diretto da Germano Orrù (del dipartimento Scienze Chirurgiche) è stato realizzato con la partecipazione di Ferdinando Coghe, direttore del Laboratorio centrale del Policlinico Duilio Casula e di Alessandra Scano componente dell’equipe del laboratorio di Biologia Molecolare del San Giovanni di Dio. Il gruppo di ricerca è costituito anche da Eleonora Casula, Maria Paola Contu, Cristina Demontis, Giorgio Carlo Steri e Maria Laura Ferrando.

«La ricerca» spiega Germano Orrù, «evidenzia la variazione della comunità batterica della bocca dovuta ai notevoli cambiamenti degli stili di vita avvenuti nel corso degli ultimi duecento anni».

In sostanza, i ricercatori hanno esaminato e analizzato il Dna presente nei calcoli dentali di individui vissuti in epoche diverse negli ultimi 200 anni  e hanno scoperto come, «nella bocca è visibile un progressivo aumento negli ultimi 70 anni di specie batteriche “patobionte”, cioè microbi dalla doppia personalità, normalmente tollerati in condizioni di equilibrio fisiologico, ma capaci di partecipare a processi di infiammazione cronica in situazioni di disbiosi del cavo orale, ovvero l’alterazione della flora batterica orale». Questi microrganismi, spiega ancora Orrù, sono stati ultimamente associati a gravi malattie degenerative quali artrite reumatoide, tumore al colon retto, aterosclerosi.

«Questo studio» dice Ferdinando Coghe direttore sanitario dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, «è il primo del genere e potrebbe spiegare il preoccupante incremento delle “malattie degenerative dei tempi moderni” e nello stesso tempo suggerisce come la via dei microbi potrebbe essere una soluzione nella diagnosi e nella terapia di queste gravi patologie. Negli ultimi anni è stata osservata una stretta correlazione tra la composizione del microbiota intestinale e la comparsa di placche amiloidi a livello celebrale, caratteristiche della malattia di Alzheimer».

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