Cure alle persone con disabilità tra barriere architettoniche e sociali

Sottoporsi a esami di routine o a visite specifiche, e talvolta invasive, rappresenta una grossa difficoltà per le persone con disabilità. Soprattutto quando si ritrovano a dover effettuare gli screening fuori dalla propria regione o a scontrarsi con barriere non solo architettoniche ma anche culturali.

Tutto questo è emerso da uno studio effettuato dall’Istituto Serafico di Assisi, centro di eccellenza per la riabilitazione, la ricerca e l’innovazione medico scientifica per bambini e giovani adulti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali gravi e gravissime.

Secondo la ricerca, infatti, il 50 per cento circa degli intervistati ha segnalato l’assenza nelle strutture ospedaliere di percorsi pensati per persone con esigenze specifiche, mentre quasi l’80 per cento ha dichiarato di doversi rivolgere a più strutture prima di trovare quella adeguata.

Il 37 per cento si trova di fronte barriere architettoniche oppure a difficoltà nel spiegare i propri bisogni al personale e così deve affrontare lunghe ore di attesa.

La situazione, già di per sé complessa, è stata poi aggravata dalla pandemia di Covid- 19 che ha messo in luce la mancanza di protocolli adatti a persone con disabilità e la carenza del personale ospedaliero.

Una realtà che va a pesare non solo sui malati ma anche sulle famiglie e i caregiver.

La speranza è che l’Italia possa mettersi al passo con l’eccellenza al più presto per garantire cure accessibili a tutti.

Roberta  Gatto

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