Rappresentazione di “Notre dame de Paris” a Torino, una spiacevole situazione

Poteva essere un momento di festa, è diventata un’occasione di discriminazione. In occasione del musical “Notre Dame de Paris” al Pala Alpitour di Torino, un gruppo di sei non vedenti e tre accompagnatori sono stati esclusi dalle prime file pur essendo regolarmente in possesso dei biglietti.

A denunciare il fatto Giovanni Laiolo, uno degli spettatori esclusi nonché presidente della sede provinciale Uici di Torino: «Ci hanno parcheggiati in un settore secondario […] ma noi avremmo avuto diritto, come tutti, ad accedere ai nostri posti».

I fatti

La comitiva, dopo l’accesso all’impianto è stata bloccata da uno steward. Questo riferiva al gruppo che per motivi di sicurezza non poteva accomodarsi nei posti segnati nel biglietto. Successivamente anche un’ispettrice di polizia ha ribadito al gruppo che non era possibile assistere allo spettacolo dai posti acquistati. Per la comitiva è stata trovata una sistemazione di fortuna, su delle sedie pieghevoli posizionate vicino alle rampe che portano alla platea. La stessa comitiva però, dopo pochi minuti e molto amareggiata per l’accaduto ha abbandonato l’impianto.

La replica del Parcolimpico

Non è tardata ad arrivare la replica dei gestori della struttura.

In questa si precisava come, vista la configurazione dell’impianto, in occasione di uso sportivo, il parterre non prevede aree destinate alle persone con disabilità essendo dedicata agli atleti. In occasione di modalità di fruizione differente da quella sportiva, tuttavia, la presenza di queste aree deve essere richiesta dagli organizzatori e valutata nella fattibilità tecnica e gestionale.

Viene inoltre precisato come la sicurezza sia competenza degli organizzatori degli eventi: «siamo strutturati con due ascensori per accompagnare al parterre disabili anche motori e sono presenti percorsi tattili nelle tribune. La scelta di come regolare i flussi degli spettatori è dell’organizzazione dell’evento».

«Ci siamo sentiti discriminati» conclude Laiolo, «non è così che si trattano dei cittadini, ciechi o vedenti che siano».

Emanuele Boi

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