Dialogo tra sordi e udenti: un avatar per risolvere i problemi

Un avatar capace di tradurre le parole in lingua dei segni: è questo l’ambizioso obiettivo di Evodeaf.

La start up italiana sta sviluppando un software di traduzione in tempo reale. Un avatar (una rappresentazione virtuale di un essere umano) dotato di intelligenza artificiale con machine learning cioè capace di apprendere e migliorare i risultati grazie ai dati di utilizzo così da rendere possibile l’interazione tra sordi e udenti.

L’idea

La necessità di ideare un software capace di perfezionarsi in base all’utilizzo nasce dalla consapevolezza che, come nel parlato, anche nella Lingua dei segni c’è una grande varietà di gesti impiegati per comunicare.

«Per sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi è fondamentale anche l’impegno delle persone udenti» spiega Francesco Cannone, amministratore delegato di Evodeaf la società che lavora sulla start up, «il nostro progetto partirà con 5 lingue e in 5 anni contiamo di arrivare alle 121 lingue più segnate al mondo».

Alcune statistiche

Nel mondo ci sono 460 milioni di persone con problemi di udito e 72 milioni di persone che utilizzano la lingua dei segni. In Italia invece sono 50mila le persone sorde. Numeri destinati a crescere secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha stimato il rischio di sordità per una persona su due a partire dai 50 anni.

Il funzionamento

Il software permetterà la traduzione delle parole in gesti e produrrà i sottotitoli. La versione demo, disponibile sul sito di Evodeaf permette di sperimentarne le funzioni. La versione completa sarà rilasciata nel 2023 e la startup ha ben chiari gli obiettivi per il futuro: prevedere un’integrazione con gli schermi televisivi e gli smartwatch. Inoltre c’è il desiderio di poter installare il software anche nelle lavagne digitali delle scuole, permettendo così a bambini udenti e bambini sordi di riuscire a comunicare senza difficoltà grazie all’apprendimento della Lingua dei Segni.

Emanuele Boi

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