Cataratta: importante intervenire precocemente

Il disturbo che consiste nell’opacizzazione del cristallino colpisce anche i giovani ed è tra le cause di ipovisione e cecità anche in età giovanile. Tra i fattori di rischio, quando non sono presenti anomalie genetiche ereditarie,  ci sono lo stile di vita, l’alcool e il fumo.

Non è solo un problema della popolazione anziana, come dimostrano diversi studi condotti in America, ma colpisce maggiormente le donne ed è sempre più diffusa anche sotto i 50 anni.

La buona notizia è che sulla cataratta si può intervenire precocemente e che l’intervento è risolutivo.

Inoltre, bastano pochi piccoli accorgimenti per evitare l’insorgenza precoce di questo disturbo potenzialmente invalidante. Vediamo quali.

Fattori di rischio

Il fumo di sigaretta causa circa il 20 per cento delle cataratte negli Stati Uniti (dove i fumatori costituiscono il 26 per cento della popolazione): si tratta di un numero che sfiora i 18 milioni di persone. Uno stile di vita sano è quindi fondamentale per mantenere i nostri occhi in salute.

Altro fattore importante è il consumo di alcool: i forti consumatori di birra hanno il doppio delle probabilità di sviluppare cataratta. Un consumo moderato, quindi, abbasserebbe notevolmente le possibilità di andare incontro a questo disturbo.

Altra causa da non sottovalutare è l’esposizione ai raggi Uvb. Secondo alcuni studi, la cataratta ha un’incidenza maggiore nelle aree geografiche tropicali, dove l’esposizione ai raggi ultravioletti è più intensa. Il fenomeno colpisce anche le nostre latitudini: se in passato era considerata una malattia da pescatori e contadini, più esposti ai raggi solari in conseguenza del lavoro all’aria aperta, oggi si sta diffondendo a tutte le fasce della popolazione.

L’uso di occhiali da sole può rivelarsi molto utile per proteggere i nostri occhi dall’esposizione alla luce solare.

Per quanto riguarda l’insorgenza di cataratta in età giovanile, infine, sembra essere strettamente correlata con il diabete, perché la disfunzione insulinica porta alla degradazione delle proteine del cristallino causandone opacizzazione. Altra correlazione, quella con alcune malattie autoimmuni trattate con cortisone, un ormone che favorisce l’insorgenza di diverse patologie oculari tra le quali, appunto, la cataratta.

In questi casi non è possibile fare prevenzione, ma si può rallentare il processo di degradazione tenendo sotto controllo la glicemia e assumendo farmaci alternativi a quelli cortisonici. Uno stile di vita sano è comunque fondamentale per supportare l’intero organismo e mantenerlo in salute il più a lungo possibile.

Ricordiamo infatti che alimentazione corretta ed equilibrata, attività fisica costante, riduzione dello stress e rispetto dei ritmi sonno – veglia possono migliorare la qualità della vita a qualunque età.

L’intervento

Cosa fare se si riscontra la cataratta? Come detto, è possibile intervenire precocemente per evitare di incorrere in spiacevoli situazioni di ipovisione o cecità.

Si tratta di una chirurgia definita riabilitativa, perché viene effettuata già al manifestarsi dei primi sintomi e spesso permette di correggere anche altri difetti visivi come l’astigmatismo o l’ipermetropia, permettendo al paziente di acquisire un’acuità visiva persino superiore alla precedente.

L’operazione viene eseguita in regime ambulatoriale (quindi senza ricovero) e consiste nella rimozione del cristallino opacizzato oltre che all’inserimento di una nuova lente artificiale ad alta tecnologia.

Quest’ultima permette anche la correzione di eventuali problemi visivi preesistenti e consente di dire addio agli occhiali una volta per tutte.

La convalescenza dura circa una settimana durante la quale si dovranno instillare gocce antibiotiche per minimizzare il rischio di infezioni, mentre il decorso post ospedaliero prevede una visita dopo una settimana, poi dopo un mese e controlli dopo tre, sei e dodici mesi.

Dopo un anno dall’intervento può essere necessario realizzare una sorta di pulizia della lente con un laser che andrà a rimuovere la velatura formatasi sulla capsula posteriore del cristallino, simile a una cataratta secondaria ma molto più semplice da trattare.

Gli interventi per la cataratta, ad oggi, non sono purtroppo disponibili su tutto il sistema sanitario nazionale. Conseguentemente si creano così liste d’attesa molto lunghe a scapito della salute dei pazienti. L’auspicio è che i tempi di attesa per gli interventi si riducano e che le nuove tecnologie siano messe al servizio di tutti. Nel frattempo, ciascuno può fare del proprio meglio per proteggere la salute degli occhi adottando poche, semplici regole e sottoponendosi a controlli oculistici periodici, specie dopo i cinquant’anni.

Roberta Gatto

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