Blind tennis che passione, Simone Scalas quarto ai campionati italiani

Per loro era la prima volta che si affacciavano alle sfide con colleghi nazionali e Simone Scalas ha persino raggiunto le semifinali. Andrea Spiga, Giuseppe Tocco e Vincenzo Serra hanno completato il quartetto del team Tennis club San Sperate allenati dal tecnico Fabio Sciola. «È stata un’esperienza fantastica» commenta Fabio Sciola, «tenuto conto come i nostri atleti hanno giocato con avversari che a questi confronti sono abituati da più lungo tempo».

Tennis club Sciola a San Sperate

Simone Scalas con il tecnico Fabio Sciola

Il Tennis club Sciola di San Sperate è il primo che si è aperto al gioco del blind tennis nato nel 1984 grazie all’iniziativa di uno studente non vedente giapponese, Miyoshi Takei. In pratica, il gioco del tennis viene reso possibile dall’utilizzo di una pallina dotata al suo interno di campanelline che permettono attraverso l’udito di individuarne la posizione dopo che viene colpita.

In Italia questo sport comincia a introdursi nel 2013 in Friuli Venezia Giulia da Eduardo Silva, un maestro di tennis argentino che lo ha poi diffuso  in buona parte d’Italia.

Lo sviluppo del blind tennis

Dal 2015 l’Emilia Romagna e in particolare la Virtus Tennis Bologna è diventata il centro di riferimento per l’attività: il promotore è stato il direttore sportivo bianconero Gabriele Giordani insieme al direttore Paolo Chinellato, Tecnico nazionale FIT e psicologo-psicoterapeuta.

Le regole

Le regole sono essenzialmente quelle del tennis per normodotati eccezion fatta per le racchette più corte, i campi più piccoli con le righe costituite da corde ricoperte di nastro adesivo, un maggior numero di rimbalzi consentiti e la convenzione che i giocatori dicano “Ready?” e “Yes” prima di iniziare a giocare.

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