Ierfop Onlus e il “Laboratorio di ricerca Talking Hands”

La presentazione del progetto europeo “Talking Hands”

Hai un deficit uditivo, sei un familiare, un amico, un professionista che li affianca e li supporta e desideri migliorare le tue competenze nel linguaggio dei segni? Se esiste anche solo una di queste condizioni, allora è utile partecipare al “Laboratorio di Ricerca Talking Hands” organizzato da Ierfop Onlus.

«Nel contesto del nostro progetto europeo intitolato “Talking Hands”» spiega il presidente Ierfop Roberto Pili, «abbiamo bisogno di un gruppo di esperti per contribuire alla diffusione e allo sviluppo dello stesso progetto creando così una piattaforma online che includerà lezioni di linguaggio dei segni con predefinite tematiche».

L’obiettivo che ci si pone con il progetto europeo Talking Hands con Ierfop Onlus ente capofila, è quello di sviluppare una metodologia e insieme raccogliere e registrare le lezioni di Lingua dei segni dei Paesi partecipanti.

Nel progetto europeo, insieme a Ierfop Onlus vi sono Apostolina Tsaltampasi Kai Sia Ee della Grecia, l’Univerzit Etnire Habilitacijski Institute Repubblike Slovenihe di Soca in Slovenia, Prism Italia, Fundacja Polkie EgoJęzyka Migowego” in Polonia, Hrvatski Savezgluhoslij Epihosoba “Dodir” in Croazia e Sensus, Region Stockholm-Gotland della Svezia.

«Attraverso questo progetto» sottolinea ancora il presidente Pili, «si crea un’opportunità per trasferire la nostra esperienza Ierfop arricchendola e contaminandola con le esperienze e le competenze che ognuno dei partner porta al tavolo di lavoro comune».

«Attraverso questa collaborazione europea» rimarca il vice presidente Ierfop Cataldo Ibba, «potremo sviluppare la Lingua dei segni in modo uniforme nei varie Paesi europei permettendo così ai sordi di meglio comunicare con amici, parenti e collaboratori».

«La Lingua dei segni è fondamentale per la comunicazione delle persone sorde» conferma il direttore della Formazione Ierfop Bachisio Zolo, «e il fatto stesso che l’Umanità abbia proprio iniziato a comunicare attraverso il linguaggio dei segni ci fa pensare come questo progetto possa essere l’alba di una nuova Era culturale e inclusiva».

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