Caa, la comunicazione aumentativa e alternativa

Raccontare l’arte con la comunicazione aumentata alternativa. ArtistiCAA, questo è il nome del progetto di Teresa Righetti, studentessa magistrale di Storia e Critica dell’Arte all’Università di Milano.

Il percorso triennale della studentessa si è concluso con una tesi di biblioteconomia, ovvero la disciplina che studia l’organizzazione e il progetto delle biblioteche, sull’uso della Caa per l’inclusione nelle biblioteche.

«La comunicazione aumentativa e alternativa (Caa) è l’insieme delle tecniche e strategie che facilitano e aumentano la comunicazione nelle persone che hanno difficoltà a usare i più comuni canali comunicativi» spiega la neo dottoressa nella tesi di laurea, «e così ho realizzato un progetto per la biblioteca della mia città che comprende materiale tradotto in Caa come la segnaletica, guide per la biblioteca, una catalogazione e una collocazione sperimentale».

Il progetto

Nato con l’obiettivo di rendere accessibile l’arte, il progetto intende realizzare una collana di libri in Caa che racconti la vita di un artista.

Il libro sarà diviso in due parti, nella prima l’artista in prima persona racconta la propria vita, descrive le opere e l’evoluzione della propria arte; nella seconda, invece, ci sono esercizi di creatività. Sono già stati realizzati due prototipi dedicati  a Vincent Van Gogh e Bansky. E Teresa giustifica così la scelta dei due artisti: «che con l’arte vogliono raccontare, l’uno della sua vita, l’altro le ingiustizie del mondo che lo circonda».

Il rapporto con la Caa

Il rapporto di Teresa con la comunicazione aumentativa alternata inizia fin dalla giovane età. La madre, infatti, realizzava dei libri in Caa per i suoi alunni.

E nello spiegare perché una collana dedicata all’arte, la studentessa afferma: «negli ultimi anni vediamo moltiplicarsi i titoli in Caa, ma ancora non sono in commercio libri che trattano di arte».

Emanuele Boi

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