In un cortometraggio l’attività di formazione Ierfop di un anno

Presentato nella sede di via Platone a Cagliari il documentario dove si mostrano le attività formative e di laboratorio promosse da Ierfop Onlus nell’ambito del progetto “Disabilità, Istruzione, Formazione e Integrazione 2021” a valere sul contributo della legge 379/1993. La proiezione del cortometraggio si è svolta nell’aula magna “Giovanna Salaris” per l’occasione gremita di pubblico.

«Il documentario, della durata di un’ora» spiega il presidente Ierfop Roberto Pili, «rappresenta un quadro sintetico dell’insieme di corsi e laboratori promossi dal nostro ente di formazione professionale e conferma il pregevole lavoro di cultura e formazione offerto dal nostro staff di collaboratori di assoluto valore europeo come pure ampiamente attestato».

Lo staff di Ierfop

Tra gli ospiti presenti alla proiezione, anche la rappresentante del Ministero del Lavoro Federica Bolasco che ha commentato «di essere onorata di essere qui presente ad aiutare a superare le diseguaglianze».

«Ben trentadue anni fa» ricorda il direttore della Formazione Ierfop Bachisio Zolo, «costituimmo dal notaio l’ente di formazione Ierfop e da allora lavoriamo per includere e formare l’autonomia delle persone disabili con l’obiettivo di renderli attori della nostra società e non già degli assistiti».

Corsi di formazione svolti nelle sedi sarde di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano così come anche a Roma e Agrigento.

Il documentario

Il presidente Roberto Pili e il direttore Bachisio Zolo

Nel cortometraggio a cura di Marco Gallus si sono potuti vedere e ascoltare le testimonianze dei corsisti, così come anche dei progettisti, dei tutor e dei docenti. Corsi che oltre alle tecniche di base come l’apprendimento della scrittura Braille oppure dell’orientamento e mobilità attraverso l’impiego del bastone bianco per i non vedenti, hanno anche fatto conoscere la bontà e l’apprezzamento per attività di vita comune, come i corsi di cucina, assaggiatori di olio, di vino. E, ancora, i corsi di arrampicata nei “tacchi” di Ulassai, oppure di danza, di yoga, di pesca sportiva, di ceramica e tanti, tanti altri ancora.

Le interviste sono intervallate e arricchite da video registrati durante le attività. Questo consente di cogliere gli stati d’animo, le emozioni e le paure dei corsisti nonché la crescita maturata grazie al percorso formativo.

Le prospettive per il futuro

La speranza è quindi di poter continuare a promuovere attività innovative perché, come ricordato in chiusura dal presidente Roberto Pili e ribadito dal direttore della Formazione Bachisio Zolo, «è grazie alla formazione che una persona disabile acquista un ruolo attivo nella società e può contribuire al benessere sociale».

Emanuele Boi

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