Disabilità e lavoro nel report elaborato dall’Edf

Il Forum Europeo sulla Disabilità ha presentato il rapporto annuale sui diritti umani “Diritto al lavoro”. Dal report emerge come solo il 51.3 per cento di persone con disabilità, nell’Unione europea, sono occupati contro il 75.6 per cento delle persone senza disabilità. Il dato cala ulteriormente quando si parla dell’occupazione di donne (49 per cento) e giovani (47.4 per cento) con disabilità.

Per quanto concerne i lavoratori “full time” con disabilità, il dato è pari al 20 per cento nel caso di donne e 29 per cento nel caso degli uomini.

La situazione lavorativa delle persone con disabilità nell’Unione Europea

Nell’Unione Europea si regista una percentuale di occupati con disabilità pari al 51.3 per cento contro il 75.6 per cento di occupati senza disabilità. Tuttavia, il dato varia tra i diversi Paesi. Nello specifico, le percentuali più basse di occupati con disabilità si registra in Irlanda (32.6 per cento), Grecia (32.6 per cento) e Croazia (37 per cento). Quelle più alte in Danimarca (60.1 per cento), Lettonia (60.8 per cento) ed Estonia (64.9 per cento). Nel nostro Paese la percentuale si attesta al 51.6 per cento).

Differenze di genere

Il report mette in evidenza come le donne con disabilità, ancora, sono soggette a fenomeni di discriminazione. La percentuale di donne con disabilità occupate è pari al 49 per cento, contro il 53.9 per cento di uomini con disabilità; il tasso di occupazione di donne senza disabilità è pari al 69.3 per cento, contro l’82 per cento degli uomini senza disabilità.

Occupazione dei giovani con disabilità

Dal report emerge anche una disparità di occupazione tra i giovani con e senza disabilità. Il tasso di occupazione di giovani disabili, tra i 20 e i 29 anni, è pari al 47.4 per cento contro il 57.8 per cento dei giovani senza disabilità nella stessa fascia di età.

Altro dato significativo è quello relativo all’età della prima esperienza professionale. Le persone con disabilità affrontano maggiori difficoltà nel completare il percorso di studi e ottenere qualifiche, ottenendo così il primo impiego più tardi rispetto ai loro pari senza disabilità.

Emanuele Boi

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