Eurovision 2023: lo spettacolo si fa accessibile

Non tutti sanno che ad avere l’idea di una gara canora che potesse unire l’Europa, all’indomani della seconda guerra mondiale, fu un italiano. La nascita dell’Eurovision Song Contest si deve infatti a Sergio Pugliese, drammaturgo e giornalista italiano, che suggerì la creazione di un evento che prendesse come modello il Festival di Sanremo. La proposta piacque al direttore generale dell’Uer (Unione Europea Radiofonica) e il 19 ottobre 1955, a Palazzo Corsini alla Lungara, a Roma, venne decisa la data di inizio del primo Festival Europeo della Canzone (Eurofestival).

Oggi sulla Rai

L’Eurovision 2023, in diretta dalla Liverpool Arena sarà trasmesso in Italia dalla Rai.

«Con la sua vitalità, con la sua capacità di attrazione» dichiara la presidente Rai Marinella Soldi, «l’Eurovision Song Contest è un evento mediatico sensazionale in grado di unire e rendere protagonisti i servizi pubblici europei per tutte le generazioni». «Come Sanremo, Eurovision è una festa della canzone» insiste Marinella Soldi, «perché vive in tutte le sue sfaccettature valori importanti come l’amicizia tra i popoli, l’apertura alle altre culture, l’inclusione e la diversità, il rifiuto della violenza». Ricordando poi, come «nella scorsa edizione, a Torino, grazie al voto popolare, ha vinto l’Ucraina. È stata quella una scelta nel nome della musica, ma anche nel nome della pace».

L’accessibilità del servizio

Rai Pubblica Utilità, per favorire l’inclusione e l’accessibilità al servizio, provvederà a sottotitolare e audiodescrivere le tre serate in diretta su Rai 2, Rai 1 e in diretta streaming su Rai Play.

Per il pubblico dei sordi, 11 performer sordi e udenti interpreteranno in Lingua dei Segni Internazionale tutte le canzoni in lingua Inglese, mentre per quelle in altre lingue verrà utilizzata la Lingua dei Segni Italiana. La scelta della Lingua dei Segni Internazionale, conosciuta da un numero sempre maggiore di giovani sordi, consentirà di dare respiro cosmopolita alla finale del 13 maggio e di renderla maggiormente inclusiva e accessibile.

Roberta Gatto

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